Come è possibile che l'osso che già manca da 6 anni si riformi da solo dopo l'estrazione?
Scritto da Roberto / Pubblicato il
Salve, nel 2006 ho subito l'estrazione di un sovranumerario tra il primo ed il secondo molare inferiore destro. A seguito di ciò è rimasto un buco nell'osso che non si è rigenerato. Data la mia ignoranza nel campo dentistico di allora e dato che non mi è stato detto ne consigliato di riempire il buco con rigenerazione ossea, a 6 anni da allora l'osso si è ulteriormente riassorbito ed ora il primo molare è da estrarre in quanto non ha più appoggio. Secondo me non sono stato seguito ne informato a dovere, dato che facevo 3 sedute di igiene all'anno e il fatto della rigenerazione ossea mi è stato accennato 1 anno e mezzo fa e mi era sembrato che ne parlassero come se fosse una tecnica nuova e che non assicurava di stabilizzare il dente, nonostante allora fosse ancora solidamente immobile. In seguito, dopo 4 mesi notata un che po' scossava, ho fatto presente di voler provare questa rigenerazione, ma l'igienista mi disse che se prima non imparavo a tenere ben pulito quel cratere non serviva a nulla farlo e per lui non si muoveva tanto (questo circa 1 anno fa). Ora che il dente è da togliere sia questo studio che un altro dicono che per un impianto bisogna vedere se dopo l'estrazione si riformerà l'osso, ma io mi chiedo come sia possibile che l'osso che già manca da 6 anni si riformi da solo dopo l'estrazione? Se non si forma mi parlano di fare un ponte... Allora chiedendo se sia possibile la rigenerazione tramite osso artificiale storcono un po' il naso, mi sembrano evasivi e dicono che bisogna vedere se tiene ecc... Chiedo un parere a voi inserendo la lastra del dente in questione... Grazie a tutti anticipatamente, anche per i preziosi consigli che ho letto da altre risposte
Pubblicato il 22-05-2012
Egregio Signor Roberto, la lastrina rx che ci mostra non mi sembra sufficiente per esprimere un parere esaustivo: l'area osteolitica appare intorno alla radice distale del primo molare (anche la mesiale, per la verità, denota una sofferenza apicale!), e questo mi fa pensare ad una lesione secondaria a necrosi pulpare. Lei, invece, la riferisce alla lacuna post-estrattiva di un elemento soprannumerario. Se davvero fosse come dice lei (ed i dentisti che ha consultato), tale nicchia post-estrattiva si sarebbe certamente dovuta chiudere e rimodellare in 6 anni, con o senza rigenerazione ossea guidata! Ragion per cui io protendo a riferirla ad infezione odontogena del primo molare! Se, nella lontana ipotesi, dovessi aver ragione, allora la terapia dovrà essere eseguita in due tempi: prima, cura endodontica del primo molare; poi, a guarigione ottenuta della probabile lesione granulomatosa periradicolare, effettuare la cura parodontale, con rigenerazione ossea della lesione alla forcazione e del tessuto interradicolare tra il primo ed il secondo molare. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 22-05-2012
Deve pensare alle tecniche di ricostruzione tissutale come ad un tentativo avvalorato da una notevole mole di dati scientifici, ma che non è sempre supportato da una perfetta resitutio ad integrum, e molto di questa sua mancanza di predicibilità è data proprio da focolai settici (ai quali verosimilmente si riferiva l'igienista) e alla mancanza di stabilità del dente intorno al quale si deve riformare l'osso. Cordiali saluti.
Pubblicato il 22-05-2012
Caro Signor Roberto, incominciamo col non confondere la Rigenerazione ossea parodontale con la ricostruzione ossea. La Rigenerazione è Parodontale e deve avvenire intorno ad un dente e significa rigenerare il parodonto profondo in modo da ottenere gli stessi tessuti parodontali perfettamente isto-biologicamenti uguali a quelli di partenza, ossia: nuovo osso, nuovo cemento radicolare, nuovo ligamento parodontale e nuovo attacco epiteliale a della gengiva al dente con attacco cosiddetto corto come è quello del parodonto sano!Questo lo si ottiene come giustamente sottolinea il Dr. De Fazio con una guida di una membrana che appunto guida la rigenerazione descritta sopra! Intorno ad un dente la ricostruzione crea invece un attacco epiteliale lungo che si interpone tra osso e cemento, senza la rigenerazione del ligamento parodontale. E' biologicamente valido ma è un'altra cosa! In un difetto osseo post estrattivo non si può mai avere rigenerazione ma solo ricostruzione ossea, ossia l'osso si ricostruisce anche da solo ma non si ha una rigenerazione parodontale profonda! Ora è ovvio che sbagli lei che è un paziente ma non deve sbagliare il Dentista se no non crea cultura ma disinformazione. Ciò detto, bisogna visitare clinicamente e strumentalmente il 46 ,ossia il molare in questione che ha una osteolisi periapicale che circonda soprattutto la radice distale ed il cavallo della forcazione e stabilire se il Dente è vivo e vitale o vivo e non vitale. Nel primo caso la patologia è solamente parodontale. Nel secondo caso è Endodontica. Tuttavia se nel secondo caso è anche presente una tasca parodontale misurabile in 6 punti intorno al dente è probabile che si tratti di una endoparodontite. Se così fosse bisogna curare endodonticamente il dente in questione e anche curare parodontalmente il difetto osseo con una procedura chirurgica di rigenerazione guidata di cui le lascio una foto proprio relativa ad un molare simile! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 22-05-2012
Gentile paziente, la perdita ossea mostrata dalla rx appare cospicua: sul dente in questione andrebbero fatte le prove di sensibilità: se indicato la terapia canalare può risolvere la infezione locale di pertinenza endodontica e migliorare la stabilità del dente. La rivalutazione per una eventuale estrazione deve essere fatta con una indagine tipo CBCT che consente una programmazione dell'intervento di ricostruzione ossea poichè il volume da ricostruire è importante. Preservare l'elemento, vista la sua età, andrebbe preso in seria considerazione. Cordiali saluti
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Pubblicato il 22-05-2012
Salve Roberto. La lesione e' chiaramente di origine endo- parodontale. Ovvero una lesione che ha partenza dall'endodonto e che poi si riversa sulla componente ossea di supporto. (o viceversa!). In questi casi la terapia di elezione e' quella endodontica. Successivamente a questa terapia si deve tenere sotto controllo la componente parodontale che, a meno di lassismo da parte del paziente e del clinico (il dentista) tende a recedere con riempimento del difetto fino ai picchi ossei interdentali. Se la sola terapia Endodontica non dovesse bastare, si effettua una terapia parodontale che tendera' all'eliminazione della componente granulomatosa e alla ricostruzione dell'osso andato perduto. Ps: nel mascellare inferiore, queste tecniche sono piu' efficaci che non per il mascellare superiore. Buona fortuna. Dott. Renda Gianluigi
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Pubblicato il 22-05-2012
Gebtile Sig. Roberto, la lesione che appare in rx pare di natura endo - paradontale. Bisogna pertanto eseguire un test di vitalità. Se il dente risultasse in necrosi bisogna devitalizzare il dente. Spesso solo con questa terapia l'osso si rigenera (abbiamo tolto la causa). In caso contrario si può eseguire una terapia parodontale. Cordiali saluti
Pubblicato il 22-05-2012
Gentile sig. Roberto, è probabile che l'osso dopo l'estrazione si possa riformare perché viene meno la componente flogistica senz'altro presente in tale situazione. Per l'osso sintetico invece penso che data la situazione di quasi certa infezione, sarebbe difficile prevedere quanto osso e quante volte doverlo rimettere. La più sicura è l'estrazione e poi una rivalutazione del caso da parte dell'implantologo che può anche provvedere all'osso sintetico da inserire contestualmente all'impianto. Auguri
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Pubblicato il 22-05-2012
Gentile paziente, apprendo quanto da lei descritto, certamente la situazione è ormai precaria su quel dente, ma nonostante la sua precarietà ossea, mi chiedo, perchè si è fidato di un consiglio di una Igienista..? avrebbe dovuto chiedere, ancor prima al suo o altro Dentista, come poter recuperare la retrazione ossea, che non può che aumentare nel tempo. detto ciò, si dovrebbe analizzare bene il sito, e valutare attentamente, se rigenerare nuovo tessuto osseo contestualmente intorno al dente in questione, oppure estrarlo, se vi fosse dolore, sensibilità, o microinfiltrazione nelle tasche parodontali presenti.. Dopodichè si potrebbe optare anche per un'impianto, dopo almeno 4-6 mesi di rigeneraione ossea di natura eterologa/autologa.. Comunque sia si faccia ben consigliare, la sola rx-endorale a noi non può bastare per fare una corretta diagnosi.. Cordiali saluti Dr. Tommaso Giancane
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Pubblicato il 22-05-2012
Gentile sig. Roberto, premetto che sono pienamente daccordo con le ipotesi diagnostiche espresse dai miei colleghi in precedenza, detto ciò le consiglio la valutazione tramite test di vitalità delle condixioni del dente, dopo di chprocedere con la devitalizzazione dell'elemento dentario ed in seguito valutare tramite esami radiografici e sondaggio parodontale quanto si è ottenuto con l'eliminazione della causa(dente in necrosi e conseguente danno eno-parandontale)e poi stabilirei il tipo di trattamento paradontale necessario, cosa che può tranquillamente fare il suo dentista, è una procedura abbastanza lunga nel tempo, ma che le permette di avere tante opzioni terapeutiche a dispozizione. Cordialmente
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Pubblicato il 22-05-2012
Caro sig.Roberto, se l'esame di vitalita' da'esito positivo cioe' il dente e' vivo io lo toglierei rigenerando l'osso e successivamente metterei un impianto. Se fosse necrotico si potrebbe tentare una terapia canalare essendo ben consci che potrebbe essere un fallimento ma senza avere creato alcun danno
Pubblicato il 22-05-2012
Gentile paziente, la lesione evidenziabile dall'immagine Rx parrebbe una lesione endo perio ossia il risultato di una combinazione di insulti all'elemento dentale,dall'esterno (peri) e dall'interno (endo). In pratica i batteri una volta giunti all'apice dentale hanno infettato anche la polpa. Posto che per rispondere alla sua domanda bisopgnerebbe poterla visitare suggerirei in primo luogo la corretta valutazione della situazione reale da parte di un collega esperto in endodonzia, una volta risolto ,se risolvibile,questo aspetto della lesione allora si potrebbe intervenire con una rigenerazione ossea,ma questo è da vedere, bisogna infatti sempre valutare il caso e via web non è possibile.Cordiali saluti
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Pubblicato il 22-05-2012
Il suo è un (grave) difetto parodontale localizzato. Bisogna fare uno status radiografico completo per accertare che non ve ne siano altri in altre zone della bocca. Innanzi tutto è necessario accertare la vitalità o la necrosi della polpa; se essa fosse necrotica, si deve innanzi tutto procedere alla cura canalare; già questo potrebbe portare ad una risoluzione del difetto. Se la lesione è invece dovuta a parodontite (dente vitale), la rigenerazione ossea è possibile ma bisogna avere ben presente l'anatomia tridimensionale del difetto, attraverso il sondaggio parodontale; in base ad essa si potrà decidere con quale metodica procedere: se con l'amelogeneina, se con osso autologo, se con membrane o se, addirittura, con estrazione della radice distale previa devitalizzazione del dente. Cordiali saluti
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Pubblicato il 23-05-2012
Come le hanno risposto la maggior parte dei colleghi, il dente non va tolto, ma devitalizzato: è possibile che il dente sovrannumerario o qualcos'altro abbiano danneggiato la vitalità di questo dente e che la grande lacuna ossea si riconsolidi dopo devitalizzazione senza rigenerazione ossea: cioè se quello è solo un grande ascesso-granuloma, potrebbe regredire completamente con la devitalizzazione..
Pubblicato il 23-05-2012
Sono perfettamente in accordo coi colleghi che suppongono una lesione endo-parodontale e, se così si dimostra, si può procedere verso una terapia canalare che, se ben eseguita potrà portare ad una parziale ricostruzione dell'osso di sostegno del dente. Ma, sentendo parlare da parte di molti di rigenerazione guidata, non bisogna pensare che questa sia un intervento così semplice ed inoltre chi ha raccolto molta esperienza clinica e mantiene una costante informazione bibliografica conosce perfettamente gli amplissimi limiti di tale tecnica nella zona della biforcazione dei molari, nel suo caso già ampiamente interessata. Occorre una visita accurata ed una corretta pianificazione clinica per valutare se sia meglio procedere verso il recupero dell'elemento dentario o procedere verso una soluzione implantare, tenendo conto anche della sua giovane età. Si affidi a chi è in grado di offrirle una corretta prevenzione,sotto la guida di uno specialista e non di una igienista. Cordiali saluti Michele Lasagna
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Pubblicato il 23-05-2012
Sig. Roberto, ho letto la sua versione, ma non conosco la versione dei colleghi che hanno eseguito fino a oggi i trattamenti. Le consiglio di scaricare le nostre risposte e di commentarle insieme al suo odontoiatra.
Dentista Marche, Ascoli Piceno
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Dentista Abruzzo, Pescara
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Dentista Sicilia, Agrigento
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Dentista Lazio, Roma
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Dentista Lombardia, Milano
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