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Dentiera addio, da oggi c’è il Toronto Bridge

Tecnica innovativa che, mediante l'inserimento di pochi impianti, permette di posizionare nel cavo orale protesi avvitate

by Dott. Lorenzo Bontempelli 08-04-2011 33150 visualizzazioni

Il dottor Lorenzo Bontempelli, odontoiatra, ci illustra un’innovativa tecnica per tornare a sorridere in 6-8 mesi, senza spendere una fortuna.

Dottore, quale alternativa alla dentiera?
«Ai giorni nostri si sono sviluppate delle tecniche innovative che, mediante l'inserimento di pochi impianti, permettono di posizionare nel cavo orale delle protesi avvitate».

In cosa consiste questa tecnica?
«Toronto Bridge, questo il suo nome, consiste nell'inserire alcuni impianti, minimo 4, nell'arcata superiore o in quella inferiore. Su di essi viene avvitata una protesi che garantisce al paziente una stabilità, ed una comodità simile a quelle dei propri denti. dopo aver eseguito una tac, si costruisce, mediante un apposito
software, una mascherina che guida l'operatore nell'inserimento degli impianti. Questi possono essere posizionati in maniera “transmucoso”, cioè senza effettuare tagli alle gengive, o subito dopo l'estrazione di un elemento dentario rotto o parodontopatico, in cui l'impianto viene posizionato direttamente nell'alveolo dentario.
Attraverso l'utilizzo di perni provvisori avvitati agli impianti appena messi, il paziente viene provvisto di una protesi provvisoria, precedentemente preparata in laboratorio, che serve, oltre a recuperare l'estetica e la funzione masticatoria, anche alla guarigione dei tessuti sottostanti.
Dopo circa 4/6 mesi si passa alla fase conclusiva, cioè alla costruzione della protesi Toronto Bridge definitiva. Quest’ultima viene realizzata dopo aver preso un’impronta di precisione: si costruisce una struttura portante in metallo, oppure titanio o zirconio, sulla quale verranno modellati i denti definitivi, in resina oppure in
ceramica, a secondo del volere del paziente».

Quali sono i vantaggi della Toronto Bridge?
«La protesi rimane fissata agli impianti e quindi non si toglie, si riesce ad ottenere una estetica elevata, la masticazione avviene come con denti naturali, l'igiene si effettua con la massima facilità e cosa molto importante, il dentista può rimuoverla in caso di problematiche agli impianti, o per effettuare un’igiene professionale».

E’ molto costosa?
«Essendo una protesi con tanta tecnologia, sicuramente i costi non sono quelli di una semplice dentiera, ma bisogna considerare i grossi benefici che se ne traggono, oltre alla durata che sicuramente giustifica i costi».

Quanto tempo occorre al dentista per portare a termine il lavoro?
«I tempi dipendono dal tipo di osso che ha il paziente e varia da 4 a 8mesi per il lavoro finito; naturalmente il paziente non esce mai dallo studio senza denti, particolare importante sia per l'estetica, sia per il poter mangiare, cosa che può essere fatta già nella stessa giornata senza problemi».

A chi consiglia questa tecnica?
«A tutti coloro che vogliono tornare a sorridere senza il problema di perdere la protesi e a tutti coloro che vogliono ritornare a mangiare come quando
avevano i propri denti»



Nella foto in alto una protesi tipo Toronto Bridge avvitata agli impianti, in quella
centrale la protesi stessa prima del posizionamento. Qui sopra la bocca parzialmente
edentula di un paziente prima che il dentista esegua il proprio lavoro.




Mese della prevenzione: la dottoressa Valentina Canauz, traccia un bilancio positivo dell’iniziativa appena conclusa.

Vogliamo fare una chiacchierata sull’iniziativa offerta ai pazienti dagli studi aderenti al mese della prevenzione: ne parliamo con la Dott.ssa Valentina Canauz, odontoiatra presso lo studio associato di Correzzana e di Chignolo D’Isola.

«il mese della prevenzione è un appuntamento fisso da oltre 30 anni per il controllo della salute del cavo orale. Il servizio offre la possibilità per tutti i pazienti di controlli senza impegno, in cui il collega odontoiatra valuta tutti gli aspetti legati alla bocca: igiene, presenza di carie, funzionalità delle protesi, malfunzioni quali il bruxismo e presenza di lesioni precancerose.

Alcuni nuovi pazienti hanno aderito a questa iniziativa, persone che da qualche anno non si facevano controllare, e questo è stata una vittoria per il nostro impegno e per quello delle associazioni coinvolte.

L’obiettivo di queste iniziative è quello di motivare sempre di più i pazienti affinché cambino la propria mentalità troppo spesso erroneamente orientata a presentarsi in uno studio odontoiatrico solo quando fanno male i denti. In realtà, i controlli periodici anche in assenza di dolore sono fondamentali perché esistono alcune patologie come la malattia parodontale, chiamata volgarmente “piorrea”, che producono il famoso “mal di denti” solo quando oramai è troppo tardi lasciando al medico una sola possibilità per risolvere il dolore e curare il paziente: quella dell’estrazione.

Anche granulomi apicali, cioè infezioni all’interno dell’osso che circondano la parte finale del dente, sono sovente asintomatici e vengono spesso riscontrati con indagini diagnostiche radiografiche di routine: quando, poi, il granuloma si risveglia portando al classico “faccione ascessuale”, occorrono terapie farmacologiche e odontoiatriche chirurgiche più invasive per cercare di recuperare l’elemento dentale».

Quali sono quindi i consigli utili da dare al paziente?
«Ovviamente, anche se è finito il mese della prevenzione raccomandiamo sempre controlli annuali dal proprio dentista di fiducia.
Sarà lui a valutare se sia il caso di fare una semplice ablazione del tartaro o di adottare altre terapie per mantenere lo stato di salute della bocca.
Per i più piccoli si consiglia la prima visita verso i 5 anni/ 5 anni e mezzo. In questo modo faranno conoscenza con lo studio dentistico imparando a non averne paura. I controlli saranno poi semestrali per valutare il cambiamento dei denti e iniziare la prevenzione con sigilli e fluoro quando spuntano i primi molari permanenti. Ricordiamo che questi ultimi erompono dietro ai secondi molaretti da latte e senza comportare, quindi, la perdita del dente da latte.
A livello domiciliare si consiglia un corretto spazzolamento almeno due volte al giorno con uno spazzolino da cambiare ogni 2-3 mesi. Ci si potrà aiutare con dentifrici e collutori su indicazione del collega odontoiatra».

Scritto da Dott. Lorenzo Bontempelli
Canonica d'Adda (BG)

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