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Domanda di Parodontologia

Risposte pubblicate: 16

Sono quasi 8 mesi che ho pus dalla gengiva sopra ad una corona

Scritto da stefania / Pubblicato il
Buongiorno, sono quasi 8 mesi che ho pus dalla gengiva sopra ad una corona (secondo molare superiore), causa una sacca gengivale. Il mio dentista mi ha fatto varie pulizie dentali e mi ha raccomandato un'igiene a casa attentissima: 3 volte al giorno con filo/scovolino e colluttorio con clorexidina. Il problema è che dalla RX endorale la situazione è migliorata ma non è guarita, infatti il pus esce ancora se premo sulla gengiva. Ora il mio dentista dice che la soluzione è estrarre tutto, compresa la radice, curare la gengiva, e per ultimo fare un impianto. Voi cosa ne pensate? E' giusto ricorrere a questa estrema soluzione, o potrebbero esserci altri rimedi?
Gentile Sig.ra Stefania, dipende da molti fattori. Dal suo discordo pare di capire che non è stata fatta chirurgia parodontale, ma solo igiene. Non sappiamo la profondità ed estensione della sacca, pertanto dirle se un approccio chirurgico possa essere utile o no è difficile. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Un'altra soluzione è sentire il parere di un altro specialista. Saluti.

Scritto da Dott. Vincenzo Carpentiere
Barletta (BT)

Cara Stefania,otto mesi con un ascesso non e' salutare. Per una diagnosi di massima ci vorrebbe almeno una lastra

Scritto da Dott. Giovanni Vergiati
Fornovo di Taro (PR)

Provi a mandarci la rx per capire meglio - tenga presente che oggi si tende (alcuni dentisti) a togliere con troppa facilità, contando sulla implantologia che è tecnica straordinaria, ma che in zone dove ci sono state infezioni come la sua non è detto che venga bene e che siano.. rose e fiori. Quindi meglio, se possibile far di tutto per recuperare il dente naturale!!!

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Buonasera da come mi ha esposto ritengo la sua problematica sia di tipo parodontale e quindi va risolta in diverso modo, e non di certo estraendo il dente ma capire la profondità della tasca rilevare i mm di profondità in tutta la circonferenza del dente, valutare se il riassorbimento si di tipo verticale o orizzontale, in base alla profondità eseguire uno scaling radicolare in modo da asportare i batteri ivi depositati, insomma le terapie alternative alla estrazione esistono basta fare una corretta diagnosi e di seguito procedere con la terapia appropriata alla corretta diagnosi.
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Scritto da Dott. Fabio Vaja
Milano (MI)

Cara Signora Stefania, buongiorno, ma che estrarre tutto, non lo faccia assolutamente! Anzitutto parlare di "Tasca" così superficialmente è semplicemente "pazzesco"! Se fosse una tasca parodontale sarebbe l'espressione di una patologia di difetti ossei parodontali per una Parodontite (diagnosticando, tra l'altro, quale tra le diverse parodontiti) che avrebbe peculiarità ben precise, il pus in questo caso sarebbe una parulide, diagnosticabili con doppia visita parodontale e doppio sondaggio di ogni dente in sei punti per tutti i denti che sopno nella sua bocca! Altrimenti sarebbe l'espressione di una patologia endodontica o endoparodontale o periradicolare o periapicale estrinsecantesi in una infezione il cui sintomo sarebbe il pus! Che sia una Parodontite o una patologia del Dente o della radice o della periradice, si deve curare, NON estrarre! Almeno così si comporta un Dentista degno di questo nome! Lo sospettavo mentre leggevo la sua richiesta che il suo Dentista sarebbe andato a "parare in un fantomatico impianto"! Non lo faccia prima che sia stata fatta una diagnosi certa della patologia che ha! Per rispondere al suo quesito:"Non è giusto assolutamente ricorrere in questo modo a questa estrema e "indegna" soluzione che non è una soluzione tra l'altro ma solo la manifestazione di una sconfitta terapeutica!" I denti si curano, non si estraggono e gli impianti si fanno quando sono necessari veramente, non così per sostituire un dente della cui patologia non è stata fatta neanche la Diagnosi!Per farle capire cosa sia l'Odontoiatria e cosa significhi salvare i denti, le lascio un Poster di denti curati dal sottoscritto quale oltre 25 anni fa e quale addirittura 35 anni fa, precisando che continuiamo mia figlia Claudia ed io a fare queste terapie che costituiscono la "base della cultura odontoiatrica"!!!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

La prima cosa da fare e' senza dubbio una diagnosi certa, bisogna capire esattamente l'origine del problema. Se è come dice che trattasi di un problema parodontale allora deve rivolgersi ad un parodontologo che sappia risolverle il problema d'infezione della tasca, cercando di eliminare la tasca stessa. Saluti

Scritto da Dott. Sandro Compagni
Latina (LT)

Gent.ma Sig.ra Stefania, quanto da lei riferito, ed in mancanza di una visita clinica approfondita con sondaggio parodontale ed Rx endorali, potrebbe (sottolineo potrebbe)indicare un problema non di sola pertinenza gengivale. Una tasca parodontale correttamente pulita in profondità con appropriata terapia antibiotica sistemica ed antisettica locale con clorexidina 0,2% praticamente sempre risolve la sintomatologia acuta (secrezione purulenta) nell'arco di 1-2 settimane.Se la secrezione di pus dal solco gengivale persiste nonostante la terapia parodontale, vuol dire che vi sono altre cause o che la terapia parodontale non è stata efficacie. E' altresì vero che le tasche parodontali dei molari superiori sono delle "brutte bestie", poichè è molto difficile assicurare una decontaminazione corretta a causa dell'anatomia complessa delle radici. In questi casi, però, è bene pianificare un curettaggio profondo cosiddetto " a cielo aperto", ossia un intervento chirurgico che sposti il tessuto gengivale dal dente per consentire una profonda pulizia delle radici ed una completa decontaminazione delle tasche. La soluzione dell'estrazione deve sempre essere tenuta come "estrema ratio", laddove si palesi il rischio che l'incontrollata contaminazione batterica possa estendersi anche a carico dei denti vicini ; di solito questo evento viene scongiurato da una terapia parodontale corretta. Tenga presente che le "semplici" sedute d'igiene dentale sono insufficienti a trattare in modo adeguato tasche parodontali profonde più di 4mm ; non vorrei che questo fosse stato il suo caso, poichè in tale evenienza sarebbe bene consultare al più presto un parodontologo. Faccia presente questo al suo dentista prima di farsi togliere un dente la cui sostituzione non sarebbe nè facile nè tantomeno economica. Cordiali saluti
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Scritto da Dott. Marco Gabriele Longheu
Milano (MI)

Sig. Stefania, estrema soluzione per una ragazza di 38 anni, se però queste parole provengono da un odontoiatra iscritto all'ordine dei medici, penso che non ci siano altre soluzioni durature.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Se non si può fare una chirurgia rigenerativa o resettiva nel caso sia un problema parodontale, l'estrazione è l'unica alternativa.

Scritto da Centro medico Vesalio Padova
Padova (PD)
Venezia (VE)

Buongiorno, solo dopo averla visitata si può capire se il dente è recuperabile oppure no. La forcazione delle radici e' esposta?...se lo desidera posso darle un parere presso il mio ambulatorio (ha una rx opt digitale recente?). Distinti saluti dr.Luca Bolzoni Milano

Scritto da Dott. Luca Bolzoni
Milano (MI)

Cara Stefania, é praticamente impossibile esprimere pareri sulla possibilità di salvare il suo dente senza vedere la radiografia e senza un esame obbiettivo. Ma qualora fosse un dente perso la programmazione di sostituirlo con un impianto mi lascia molto perplesso per una serie di ragioni legate alla sede ed alla qualità residua del l'osso dopo mesi di infezione. Concordo pienamente coi colleghi che dissentono sulla deprecabile abitudine di sostituire i denti con impianti, una pratica certamente oggi abusata e spesso praticata da chi non può contare sulla necessaria esperienza chirurgica e protesica che sono necessarie per il compimento di un atto che deve trovare delle valide ragioni cliniche. Si consideri inoltre che la presenza del secondo molare non é strettamente necessaria al compimento dell ' atto masticatorio e al raggiungimento di una occlusione stabile. Occorre una diagnosi certa della situazione attuale ed una programmazione clinica ragionevole che attualmente non vedo. Cordiali saluti Michele Lasagna
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Scritto da Dott. Michele Lasagna
Bereguardo (PV)

Prima di estrarre il dente proverei con una terapia parodontale con un laser che dovrebbe diminuire drasticamente la carica batterica...

Scritto da Dott. Pierluigi Scaglia
Calenzano (FI)

A distanza è impossibile rispondere alla sua domanda con un barlume di sicurezza di azzeccare la risposta giusta. Come i colleghi che mi hanno preceduto le dico che è necessario stabilire l'entità della lesione, e in base a questa esprimere un parere sulla possibilità di guarigione diventa più facile. Otto mesi di pus però non mi fanno gridare di entusiasmo. Se vuole sono disponibile per una visita parere. Cordiali saluti.

Scritto da Dott. Davide Colla
Seregno (MB)

Gentile signora Stefania, dalle sue parole mi sembra di capire due cose possibili: il suo dentista di fiducia è arrivato al capolinea con le risorse professionali da spendere per il suo dente, e l'altra cosa è che abbia fatto diagnosi infausta SENZA avvalersi di tutte quelle indagini cliniche e diagnostiche di cui LEI non menziona niente. Dal che deduco che o il suo dentista in realtà conosca bene la storia del suo dente, che però non le ha ricapitolato mettendola a parte, o non ritenga conveniente adoperarsi per il rapporto sfavorevole costo-beneficio. Ma anche di questo dovrebbe esserne a conoscenza. I dentisti taciturni che emettono sentenze come i" pizzini" dei baci perugina non mi sono mai piaciuti. Come quasi tutti i Colleghi che mi hanno preceduto anch'io farò alcune osservazioni: - Il dente scuote o duole spontaneamente o alla masticazione? - E' devitalizzato? Le è stata fatta una radiografia magari con un indicatore di profondità, un test di percussione, un sondaggio? - Le è stato fatto o proposto un curettage con anestesia o un intervento di pulizia profonda? - La gengiva si è "ritirata" e magari si intravedono le radici? - Le sono mai state fatte applicazioni antibiotiche topiche? Credo che per rispondere a queste semplici domande occorra ripercorrere l'intero iter del suo dente meglio se lo fa il suo dentista, ma all'occorrenza meglio cambiare no?. Cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Massimo Scaramelli
Pisa (PI)