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Domanda di Odontoiatria

Risposte pubblicate: 8

Da un paio di mesi purtroppo ho le gengive infiammate e mi sanguinano quando pulisco i denti.

Scritto da Giuseppa / Pubblicato il
Buongiorno, da un paio di mesi purtroppo ho le gengive infiammate e mi sanguinano quando pulisco i denti. Il mio dentista, non sapendo che terapie adottare, mi ha mandato a Catania per una diagnosi più profonda. La diagnosi: Sospetto lichen mucosa orale. Si suggerisce esame istologico con prelievo bioptico? (vedi allegato 1). Questa biopsia poi è stata fatta a Floridia con la seguente diagnosi: ?Frammenti di mucosa ulcerata sostituita da tessuto di granulazione intensamente flogosato; frammenti di mucosa con rivestimento di epitelio pavimentoso composto acantosico e aracheratosico? (vedi allegato 2). Vi sarei molto grato se mi potreste dare una vostra opinione e se possibile un suggerimento di terapia, basandovi su questo risultato della biopsia. Vi ringrazio tantissimo. Cordiali saluti. Giuseppa I.
Le gengive possono sanguinare anche per la malattia paradontale ( caso frequentissimo ) meglio se si affida ad un buon parodontologo o fa una visita presso il reparto di parodontologia della clinica universitaria a lei comoda. Cordiali saluti

Scritto da Centro medico Vesalio Padova
Padova (PD)
Venezia (VE)

Cara Signora Giuseppa, buongiorno. L'Acantosi indica una proliferazione di cellule dello strato spinoso proprie di malattie del mesenchima e la paracheratosi è una modificazione ed alterazione ed ispessimento delle cellule epiteliali proprie di una Flogosi (infiammazione). La Diagnosi deve essere completata Cliniamente con valutazione alla palpazione e alla mobilità sui piani sottostanti, della lesione, alla sua dolorabilitò, alla presenza di linfonodi e tanto altro. Si faccia visitare dal suo Dentista o meglio da un Patologo Orale. Il Lichen Ruber Planus bisogna differenziarlo da una leucoplasia o da altro e preciso che esistono 4 varianti di OLP: reticolare, atrofico, erosivo-bolloso e a placca.La forma erosiva e quella bollosa , evoluzione probabilmente di una forma nell’altra, rappresentano le varianti più sintomatiche e che più spesso si accompagnano o sovrappongono a Gengiviti particolari come quelle descritte,con una compromissione notevole della qualità di vita . Nella diagnostica differenziale di queste forme rientrano i tumori, la stomatite cronica erosiva, il lupus eritematodes, l’eritema polimorfo, le candidiasi, le reazioni da farmaci . Attenzione al Cortisone! E' ovvio che possa calmare temporaneamente i sintomi ma il suo uso, ripeto deve avvenire solo se è stata fatta una Diagnosi Differenziale Certa perché in alcune di queste patologie può essere addirittura controindicato ed aggravare la patologia! Giudicherà il suo Dentista se inviarla da un Dentista Esperto in Patologia Orale! Per i linfonodi, bisogna valutarli nel contesto dell'intero organismo e palpare tutte le stazioni linfatiche più importanti come quelle del collo, retronucali, ascellari, inguinali solo per citarne alcune e a seconda della valutazione clinica si dovrebbero fare accertamenti ematologici come un semplicissima e velocissimo emocromo con formula rivolto soprattutto alla conta dei leucociti e linfociti! Non bisogna mai estrapolare la bocca e le sue patologie dal contesto dell'intero organismo umani e degli organi sistemici! Questa è la differenza tra un buon "Clinico" e uno "Superficiale", anche e soprattutto in Odontoiatria! Mi fermo qui ma ci sarebbe ancora tanto altro da dire sulla importanza di una accurata anamnesi e semeiologia da fondere con la clinica e la tecnologia! Cari Saluti ed in Bocca al Lupo
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Deve fare una visita specialistica da un parodontologo, può avere una malattia parodontale che deve essere trattata, il suo sanguinamento propende a questo. Distinti saluti

Scritto da Dott. Domenico Ancona
Fasano (BR)

Io adotterei due linee parallele: da un lato seguire il consiglio di approfondire la lesione di cui le sono stati prescritti gli accertamenti ma dall'altro avere una visione piu' ottimistica seguendo un protocollo di igiene orale poi verificarne il risultato clinico.

Scritto da Dott. Giovanni Vergiati
Fornovo di Taro (PR)

Mi associo a quanto scritto dai colleghi e sottoscrivo la sempre dettagliatissima spiegazione del preparatissimo dottor Petti. Sicuramente, alla luce dei risultati di una prima visita e della biopsia, le conviene un consulto specifico con un Patologo Orale (soprattutto per il discorso di conferma della diagnosi e terapia) e, nel dubbio, anche una visita specialistica da un Parodontologo per valutare eventuale patologia parodontale.

Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)

Sig. Giuseppa, lei è stata messa in terapia cortisonica il 25/8 per 20 giorni, poi è stata eseguita nel frattempo la biopsia e i tessuti prelevati con molta probabilità non sono reali ma alterati dal farmaco, inoltre chi ha letto i vetrini è patologo generale forse non esperto di lesioni del cavo orale, il risultato è la non possibilità di conferma della diagnosi dal punto di vista istologico. Le consiglio di ricercare un odontoiatra che si occupa di patologia orale e seguire le sue nove indicazioni.
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Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Gentile Sig.ra Giuseppa, il cortisone potrebbe aver invalidato il referto istologico. A questo punto consiglierei una visita da un patologo orale e da un parodontologo per una diagnosi più accurata. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Cara Sig.ra Giuseppa, premesso che per poter formulare indirizzi diagnostici su una qualsiasi patologia (al fine magari di suggerire le prime indicazioni terapeutiche) è imprescindibile sottoporsi ad almeno una visita medico-odontoiatrica, visto anche il poco materiale clinico disponibile, mi sento (volentieri) di rispondere alla Sua cortese richiesta essenzialmente con due riflessioni, seguite (perchè no) da qualche consiglio. RIFLESSIONE-1: Per quanto riguarda la diagnosi clinica, devo dire che da un lato trovo (francamente) plausibile il "sospetto diagnostico" formulato (vista la qualità della struttura odontoiatrica cui si è rivolta); ma dall'altro 'resta' il fatto che non ho elementi oggettivi (almeno le foto ... di -si badi- ogni "angolo" del Suo cavo orale ...) per poterla verificare o cambiare. Ergo, in questa sede posso solo limitarmi a dirLe che un "Lichen Planus Orale" è una malattia infiammatoria cronica mediata da meccanismi immunologici che, specie nelle forme più frequenti ("classica" o "mista"), ha delle caratteristiche talmente particolari ("Strie di Wickham", bilateralità delle lesioni, ecc.) che chiunque la conosca è in grado di identificarla già in prima visita nella maggioranza dei casi, per poi indirizzare con una certa 'fermezza' e 'autorevolezza' sia il prelievo bioptico sia l'esame istologico. RIFLESSIONE-2: Per quanto concerne l'esame istologico, anche qui (si badi) un Lichen ha caratteristiche molto, molto peculiari ("aggressione T-Linfocitaria nel derma a ridosso della membrana basale dell'epitelio"). Ergo, indipendentemente dal fatto che si trattasse di Lichen o meno, non riesco (francamente) a comprendere alcune questioni: (1) se il trattamento con cortisone topico abbia effettivamente alterato l'aspetto istologico tipico della malattia; e/o (2) se il "pezzo prelevato" era (come si dice in gergo) "scarsamente rappresentativo"; ma (si badi) in ogni caso (3) qual'è la ragione per cui il patologo, in una richiesta esplicita di esame istologico (specificatamente) per "Lichen", si sia limitato a descrivere le alterazioni dello strato epiteliale (che sono aspecifiche, ossia ascrivibili a qualsiasi tipo di infiammazione generica), e nulla ci ha riferito della c.d. "zona utile" per la diagnosi di Lichen, che -de facto- è quella di 'confine' tra l'epitelio e il derma superficiale. Bastava scrivere, ad esempio, "assenti cellule T-linfocitarie (o cellule infiammatorie) nel chorion a ridosso della membrana basale" che la diagnosi di LPO era (verosimilmente) da escludere ... per (eventualmente) orientarsi verso altri tipi di malattie vescicolo-erosivae che richiedono preparazioni del pezzo bioptico, colorazioni delle sezioni o addirittura tipologia d'esame del tutto diversi ... SUGGERIMENTO: A parer mio, la cosa più corretta da fare è quella di consultarsi "in primis" con chi le ha formulato il "sospetto diagnostico" (portando in visione il referto istologico) e approfondire la questione. Senza diagnosi non esiste terapia! Se dovesse rendersi necessario, può tranquillamente consultarsi con altri medici-odontoiatri (possibilmente) esperti di Patologia Orale; ma -si badi- recandosi 'fisicamente' in visita. Con l'auspicio di una pronta diagnosi e terapia!
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Scritto da Dott. Antonio Scala
Brescia (BS)