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Ho una 'ranula' in bocca: mi devo preoccupare?!?

Alcune persone possono sviluppare una tumefazione del pavimento della lingua che prende il nome di ranula. Questa massa può spaventare, ma è assoutamente benigna.

by Dott. Luca Boschini 26-10-2010 83804 visualizzazioni
Ranula.
Alcuni individui possono sviluppare una tumefazione assolutamente benigna al di sotto della base della lingua. Tale protuberanza è meglio visualizzabile se la lingua viene portata verso la parte posteriore della bocca, poiché il pavimento della bocca viene sollevato dalla muscolatura e, pertanto, la massa tende ad emergere. La tumefazione prende il nome di "ranula" (o mucocele della ghiadola salivare sottolinguale), poiché assomiglia alle sacche membranose che le rane mostrano ai lati della mandibola. D’aspetto risulta rotondeggiante, leggermente bluastra e ricoperta della stessa mucosa che ricopre anche tutto il resto del pavimento linguale. Alla palpazione è morbida e non dolente.

La ranula è una cisti dovuta al ristagno di saliva. In pratica gli acini delle ghiandole salivari deputati alla produzione di saliva iniziano a gonfiarsi perché la saliva non è in grado di drenare all’esterno della ghiandola. In questo modo l’acino inizia a ingrandirsi ma, generalmente, in maniera molto lenta, tant’è che è difficile che questa cisti si rompa.

La causa è solitamente legata ad un’alterazione di sviluppo in fase embrionale della ghiandola salivare. Per essere più chiari, si sviluppa l’acino, ma non il dotto per fare uscire la saliva. In tal caso la ranula inizia il suo sviluppo molto presto, anche se per essere clinicamente evidente generalmente passano alcuni anni. I casi di ranule in neonati sono abbastanza rari e se non creano problemi per l’alimentazione vengono semplicemente tenute sotto controllo. Lo stesso dicasi per i bambini più grandi, dove il controllo viene protratto fino ad un’età in cui possa essere tranquillamente eseguita l’asportazione chirurgica.

Un’altra causa può essere legata allo sviluppo di infiammazione conica legata a infezioni ricorrenti. Durante i processi di guarigione degli stati infiammatori si sviluppano aderenze cicatriziali all’interno della ghiandola o in corrispondenza del dotto escretore che vanno a strozzare le vie di uscita della saliva facendo ingrossare la ghiadola.

L’unica terapia possibile è di natura chirurgica e prevede l’enucleazione della cisti o dell’intera ghiandola. In alternativa è possibile marsupializzare la cisti creando un nuovo dotto escretore alla ghiandola.

La diagnosi differenziale con altre tumefazioni di diversa natura è abbastanza semplice per il medico, il quale può eseguire una rapida analisi del contenuto della ghiandola tramite aspirazione del contenuto con una siringa. Ovviamente l’aspirato deve essere saliva.

Scritto da Dott. Luca Boschini
Rimini (RN)

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