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Ortodonzia linguale: tra efficacia ed invisibilita'

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by  BIZETA DENTAL CENTER 24-01-2009 6938 visualizzazioni

Ormai le conoscenze e l'efficacia di molti trattamenti ortodontici sono indiscutibili e riuscire a dare uno splendido sorriso a chi ce lo richiede riabilita molti aspetti sia percepibili direttamente da noi come l'occlusione e la funzione e da parte del paziente come sorriso & Co. Ma l'aspetto che conta molto, ma non viene considerato da molti, è il disagio che hanno i nostri pazienti a mostrarci la propria malocclusione in prima visita (fateci caso) e poi l'imbarazzo nel mostrare liberamente le apparechiature da noi eseguite. Di tutto ciò il paziente ne è consapevole mentre altre volte non lo dice ma si percepisce ugualmente (questo è quello che vedo quotidianamente nei miei studi).

 

Così le tendenze del mercato ci spingono più su trattamenti invisibili che estetici in senso lato. Sono alla ribalta i trattamenti invisibili come INVISALIGN® che danno la comodità di essere rimovibili e quindi non mostrarli, ma non permettono la correzione di tantissime malocclusioni. Così dagli anni settanta grazie all' intuito del Dr. Kurz (Beverly Hills), inizia l'era della ortodonzia linguale (il primo trattamento fu fatto ad una pin-up di Play Boy).

 

Oggi quei tempi sono passati perchè la tecnologia ha messo a punto brackets via via più piccoli (1,5 mm di spessore) e con tipologia low friction come l' STB ® della ORMCO ©. Questa tipologia di attacchi è stata messa appunto in due parti del mondo molto distanti tra di loro da due ortodontisti: Dr Giuseppe Scuzzo da Ostia (Roma) e Dr Kyoto Takemoto da Tokio.

 

Ma ritornando allo scopo di questo articolo mi soffermerei prima sul perchè della terapia linguale. I nostri pazienti, soprattutto le donne, cercano di mascherare gli inestetismi ed il sorriso se imperfetto o imperfetto per loro. Così quello che ci chiedono è la bellezza segretamente senza mostrarlo.

 

Oramai il trattamento ortodontico ha sdoganato gli stereotipi adolescenziali tipici degli anni Ottanta e quindi si proietta sempre ad una pazientela adulta molto più motivata ed attenta alla visibilità degli attacchi ortodontici; da qui la pletora di brackets in ceramica, composito, fibra di vetro, vetro zaffiro ecc.

 

Ma nonostante questi sforzi la visibilità sebbene ridotta c'è sempre e molte volte manager, artisti ed adulti in genere preferiscono mantenere la malocclusione piuttosto che mostrare un trattamento.

 

In questo contesto nasce la terapia linguale. Inizialmente per piccole correzioni poi via via per trattamenti più complessi si è riusciti a correggere tutte le malocclusioni chirurgiche e non. Per un discorso di tipo biomeccanico certi spostamenti avvengono molto più velocemente, altri invece vengono in parte complicati dalla posizione linguale dei brackets.

 

Ci sono diverse malocclusioni, alcune trovano indicazione altre vengono complicate ed altre sono contraindicate.

 

Casi ideali:

 

  • Chiusura spazi (diastemi);
  • I classe minimo e medio affollamento;
  • Social six;
  • II classe con estrazioni.

 

Casi difficili:

 

  • I classe con estrazioni sup. E inf.
  • III classe;
  • II classe senza estrazioni;
  • Deep bite;
  • Casi chirurgici;
  • Open bite;
  • Iperdivergenza;

 

Casi controindicati:

 

  • Gravi problemi parodontali;
  • Gravi problemi articolari;
  • Corona clinica corta.

 

Così è possibile seguire tutte le malocclusioni che può affrontare l’ortodonzia vestibolare (classica) ed oggi si può aggiungere con il massimo dell’efficacia e la vera invisibilità.

 

Anatomicamente il dente presenta diverse facce tra cui il lato vestibolare e linguale;

 

  1. Il primo (faccia esterna) è la parte usata per il posizionamento dei brackets nella tecnica classica e si presenta molto regolare e uniforme, liscio, facile da detergere e pulire, più facile da gestire dal operatore.
  2. Il secondo o faccia interna è molto irregolare, quando l'arcata è dritta presenta in e out più o meno variabili (ciò rende complicata la gestione di un arco dritto), cingoli e selle, anomalie anatomiche, corone corte, difficile da pulire e detergere (infatti si deposita più tartaro), difficoltà di manovra, vicinanza con il centro di resistenza (gli spostamenti avvengono più facilmente).

 

Così per la gestione del caso diventa indispensabile operare un set-up diagnostico (modellazione di un’arcata ideale a partire dalla malocclusione del paziente) e preparare un arco interno con gli attacchi inseriti con le ovvie informazioni e regolazioni del caso (vd prox articolo). Una volta preparati i transfesr con gli attacchi preinformati e preparato i siti per ricevere i brackets si procede al bondaggio indiretto. In genere si comincia dall’arcata superiore e quasi sempre è necessario fare dei supporti per l’occlusione (rialzi) per il precontatto tra l’arcata sup. e inf. Poi va inserito l’arco all’inizio molto sottile e flessibile e via via si passa a fili di diametro crescente fino ad impegnare completamente l’arco dentro il bracket (slot).

 

Sulla durata della terapia c’è da spendere qualche parola perché il tutto è molto variabile; una buona parte dipende dalla malocclusione l’altra parte dipende dall’operatore e dalla maturità operativa che presenta perché se si sa sfruttare il bracket STB, soprattutto la bassa frizione in base al modo di legare l’arco, si possono abbattere di molto i tempi operativi e complessivi del trattamento. Il risultato finale è garantito da un buon set-up e preparazione delle arcate che per ovvi motivi di individualità devono essere preparati ad hoc paziente per paziente.

 

Molti miei pazienti, soprattutto all’inizio, trovano difficoltà nel managment del dispositivo inserito ma dopo i primi 5 giorni ogni fastidio passa poiché la lingua inizia ad abituarsi e le consonanti “S” non sono più “F”. Una Cura meticolosa delle apparecchiature, Igiene orale e Delicatezza nell’alimentazione (CID) sono le 3 chiavi del successo in questa terapia ed è ovvio che chi intraprende una terapia così sofisticata abbia una forte carica di motivazione estetica che ripaga i piccoli fastidi inziali della terapia linguale.

 

Somo disponibile per ulteriori informazioni a colleghi e pazienti.

Scritto da BIZETA DENTAL CENTER
Catania (CT)

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