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Sicurezza in implantologia e in odontoiatria generale

L'implantologia una branca chirurgica e come tale dovrebbe essere considerata per garantire successo e sicurezza; ma cosa vuol dire sicurezza in implantologia?

by Dott. Biagio Di Dino 18-02-2009 9602 visualizzazioni

La riabilitazione protesica con uso di impianti osteointegrati dovrebbe essere considerata non solo un’opera meccanica ,ma soprattutto un’opera intellettuale che riconosce nell’attenta valutazione del complesso bioanatomico la chiave di successo del nostro intervento che dipenderà ,oltre che dall’operatore, dalle risposte biologiche individuali del singolo paziente e dalle possibilità tecniche che le strutture anatomiche coinvolte ci consentiranno.
Il successo è il conseguimento di un risultato riabilitativo duraturo nel tempo, che risponde alle esigenze del singolo e che nei limiti del possibile non arrechi alcun danno personale e complicazioni immediate e future.


Successo implica pertanto il concetto di sicurezza, sicurezza di dare al paziente ciò che più si adatta alle proprie esigenze ,nel rispetto della salute locale e generale , e non ciò che la pubblicità e gli interessi commerciali vorrebbero; sicurezza di non compromettere strutture anatomiche importanti per la qualità della vita stessa; sicurezza di sfruttare al meglio ciò che l’organismo ti offre; sicurezza vuol dire infine pianificare e pianificare vuol dire conoscere.


Spesso si parla di terapia senza parlare di diagnosi, dimenticando l’etimologia del termine stesso:
diagnosi = dià “attraverso” e gnosis “conoscenza”.

Nell’ambito odontoiatrico in generale e nello specifico implantologico la parola ”diagnosi” si coniuga bene con “indagine radiologica”.


Nella pratica clinica quotidiana di riabilitazione implantoprotesica e nella maggioranza dei casi è prassi limitare l’indagine radiologica prechirurgica alla sola panoramica

 

 

 

o ad una serie di radiografie endorali , in breve ai soli esami di primo livello in grado di fornire solo informazioni superficiali e non coerenti con l’esigenza di un operatore attento; è anche vero che andare oltre a questo livello di indagine vuol dire richiedere una tomografia computerizzata molto costosa in termini di radiazioni ( spesso non giustificata per i principi e le norme di legge vigenti sulla radioprotezione ) e si finisce così per rinunciare a tutte quelle informazioni utili per una corretta pianificazione implantoprotesica, caricandosi di una responsabilità posta in bilico tra le norme di legge sulla radioprotezione (legge 187/2000) e l’esigenza di garantire un risultato clinico accettabile.
Lo sviluppo della tecnologia digitale , attraverso la produzione di apparecchiature radiologiche, permette oggi di superare queste due esigenze contrapposte nell’interesse del paziente, del professionista e della qualità del prodotto finale.


La novità in radiodiagnostica si chiama Tomografia Volumetrica Cone Beam ( a fascio conico), tecnologia conosciuta ormai con l’acronimo CBTV (Cone Beam Tomografic Volumetry).
La Soredex ha di recente introdotto sul mercato un apparecchio radiografico, Scanora 3D
 

 

 

 

che sfrutta questa tecnologia e che presenta caratteristiche uniche nel suo genere.


Il primo vantaggio della tomografia volumetrica cone beam rispetto a una TC tradizionale è il notevole risparmio di radiazioni da somministrare al paziente, permettendo al clinico di non dover rinunciare ad alcuna informazione utile nel rispetto delle norme sulla radioprotezione. Il vantaggio diagnostico di questa nuova tecnologia è la straordinaria possibilità di elaborazione delle immagini acquisite che permette applicazioni pratiche non immaginabili fino a ieri. Con questa apparecchiatura si acquisisce un volume che con lo Scanora 3D può essere di cm 6X6 o di cm 7,5x10 o addirittura di cm 7,5x14,5 ,consentendo di inglobare in un solo volume le due arcate intere e le articolazioni temporo-mandibolari; in pratica è come se eseguissimo un intervento chirurgico virtuale con l’asportazione di un blocco anatomico ; l’immagine in 3D che ci appare sul computer dopo aver acquisito il volume sembra davvero la fotografia di un reperto autoptico. Il resto dipende dalla volontà, dalla curiosità e dalla capacità del singolo operatore; non ci sono quasi limiti alle possibilità diagnostiche. Infatti un altro vantaggio della rivoluzione cone beam è che i punti che compongono l’immagine 3D sono voxel e non pixel ,sono cioè isotropici e avendo la stessa misura nelle tre dimensioni dello spazio permettono di ruotare l’immagine in ogni direzione senza produrre alcuna deformazione. E’ possibile ottenere sul video contemporaneamente le radiografie delle sezioni assiali, coronali e sagittali;  

 

 

 

le sezioni trasversali possono essere analizzate secondo piani scout infiniti e indipendentemente dal posizionamento del paziente nel momento della acquisizione radiologica con il vantaggio di poter analizzare meglio l’arcata superiore e quella inferiore, sfruttando le loro caratteristiche intrinseche. Ovviamente si possono fare tutte le misure necessarie, simulare il posizionamento di impianti ,valutare e confrontare differenti soluzioni terapeutiche. 

 


 

 

Straordinario e affascinante per le possibilità diagnostiche e le applicazioni pratiche è il rendering tridimensionale a video. E’ possibile scheletrizzare le strutture ossee per evidenziare l’esatta anatomia della sede di interesse clinico, 

 

 

 

colorare con colori personalizzabili ogni tessuto; 

 

 

 

infatti il software di elaborazione tiene conto delle densità tissutali seguendo la scala di Hounsfield e può indicare ogni livello di densità con il colore preferito dall’operatore; l’utilità di questa applicazione è evidente per esempio quando analizziamo denti inclusi  

 

 

 

e la scala di solo grigio, tipica delle radiografie, non ci permette di superare i dubbi diagnostici. E’ addirittura possibile sfruttare la funzione “ Endo” ,che sta per endoscopia , con la quale si ha a volte la sensazione di poter esplorare i luoghi più nascosti del corpo umano come per esempio l’interno de i canali radicolari. Le immagini fornite sono in formato DICOM e quindi danno la possibilità di ottenere dei modelli stereolitografici  

 

 

 

fedelissimi utili nella implantologia guidata.


Per concludere possiamo affermare che la tecnologia cone beam ha reso trasparente e senza segreti il corpo umano e che gli apparecchi sofisticati come lo Scanora 3D e i software di elaborazione grafica dedicata rappresentano un punto di riferimento e di traguardo per i clinici che come i Maestri della Medicina ci hanno insegnato vorranno approdare alla terapia attraverso un percorso che deve iniziare dalla diagnosi.

Scritto da Dott. Biagio Di Dino
Monsummano Terme (PT)

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