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Domanda di Implantologia

Risposte pubblicate: 8

Innesto osseo a scopo preimplantologico

Scritto da Camilla / Pubblicato il
A causa di una paradontite mi sono stati estratti due molari (entrambi sani) dall'arcata superiore destra come conseguenza di una mancanza di osso. A tale proposito a distanza di quasi un anno (per scelta del medico) mi è stato innestato dell'osso equino (in piccole sfoglie) oltre una membrana. Come profilasi pre-operatoria ho assunto nei tre giorni precedenti all'intervento klacid 500, continuato per altri tre dopo l'intervento associata ad una profilassi con acqua ossigenata (10 vol.) diluita per il 50% in acqua ed assunzione di cibi liquidi e freschi per i primi quattro giorni. A distanza di due settimane dall'intervento, tornando dal medico per un controllo, mi è stato riferito che questo non era andato a buon fine visto che non vi era più la presenza nè dell'osso innestato, nè della membrana. Come è potuta succedere questa cosa?
Sig. Camilla, sono complicanze che possono avvenire dopo questi interventi, le cause giuste le deve chiedere al suo dentista, che è l'unico, che conosce profondamente il caso.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Cara signora entrambi i materiali che le sono stati innestati subiscono un rimaneggiamento da parte dell'organismo ed e' normale che si possano riassorbire. Detto questo, risulta difficile stabilire le cause dell'insuccesso dell'intervento, sono troppe le variabili che andrebbero analizzate prima di dare un giudizio in merito.

Scritto da Dott. Sergio Orlando
Firenze (FI)

Ne parli col suo dentista, che è l'unico a conoscere la sua situazione. Le complicanze in chirurgia sono sempre dietro l'angolo, le cause possono essere le più svariate. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Cristian Romano
Palermo (PA)

Cara Signora Camilla prima faccio alcune osservazioni poi le scrivo alcune cose importanti sulla Parodontite e link ai miei articoli su questi portali che le spiegheranno molte cose LE OSSERVAZIONI: ..osso equino . Mah osso di Kiel (bue deproteinato) nel caso E membrana scomparsi dopo due settimane assolutamente impossibile .è sicura che sia stata trattata da un Parodontologo? Ora le spiego alcune cose importanti: .. la Parodontite (volgarmente nota col nome di Piorrea) è una malattia curabilissima...le spiego alcune cose sulla Parodontite, sulle tasche parodontale sulla visita oltre che su quanto da lei richiesto alla fine. Legga per favore i link dei miei articoli su Gengivite, Parodontite (volgarmente piorrea) e Visita parodontale su questo portale e poi cliccando sul mio nome entri a visitare il mio sito di Parodontologia www.gustavopetti.it ... potrà capire tante cose. Ecco i link... ...GENGIVITE LA PIORREA...QUESTA SCONOSCIUTA! VISITA PARODONTALE e poi se ne ha voglia ma glielo consiglio caldamente perchè è la spiegazione che dò in genere sulla Parodontite e su come si affronta...ai miei pazienti in studio per spiegare loro cosa sia questa malattia ...lo legga e capirà tante cose a lei indispensabili... La saluto cordialmente e stia tranquillo perchè la Parodontite si CURA e si CURA BENE senza problemi!... ...Cordiali saluti suo Gustavo Petti Parodontologo Cagliari ECCO LA SPIEGAZIONE PROMESSA : “ Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l’osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all’osso e l’Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di “Piorrea” dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando “questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama “Tasca Parodontale”. In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo “granuleggiare” un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto “anarchico”. Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà!. Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! IL Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d’ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all’ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto bene abbassa la carica batterica dell’95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per “guarire” ma anche per l’organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza “in cavità dell’organismo comunicanti con l’esterno”, in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a di stanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un articolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." Si inizia quindi con una: PREPARAZIONE INIZIALE PARODONTALE · Ablazione Tartaro con Ultrasuoni o altre metodiche previa copertura antibiotica per ovvi motivi di Poussès di microbi. · Curettage e Scaling Con tutto ciò che abbiamo rilevato e studiato nella PREPARAZIONE INIZIALE PARODONTALE, si rivaluta ora la “bocca” con gengive certamente non più in Infiammazione Acuta, con le Tasche private del tessuto di granulazione interno che ne falsava la giusta presa delle misure e procediamo ad una visita totale Parodontale come nella Prima visita con la ripresa delle misure delle tasche parodontali, lo studio dei modelli montati su articolatore, lo studio delle radiografie comparando il tutto con lo studio dell’apparato stomatognatico del paziente. In questa sede si procederà anche alla pianificazione della eliminazione di tutto ciò che di irrazionale è in bocca ( restauri conservativi e protesici irrazionali, necessità di immobilizzazione temporanea o definitiva di denti con mobilità superiore al 1°, pianificazione della risoluzione di eventuali disgnazie (per le quali si segnerà una ulteriore serie di Visite anche per lo studio Cefalometrico), pianificazione di tutta la conservativa, endodonzia, chirurgia orale, Gengiviti e solo alla fine si pianificherà la “parte di riabilitazione Chirurgica Parodontale! Arriveremo così ad una diagnosi esatta, ad emettere una Prognosi, ed infine ad un ulteriore colloquio col paziente che sarà reso edotto su tutti i suoi problemi (sottolineando complicazioni, tempi, possibilità di recidive etc.). ...Cordialmente Gustavo Petti Parodontologo in Cagliari
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Hai 31 anni. Possibile che avevi già così presto due molari addirittura da estrarre?? Ma si muovevano? Erano mobili, non erano più saldi?? Ti facevano male mentre mangiavi? Alla pressione? Ti avevano dato ascessi?? Credo che se ero io, il cavallo serviva a lui per fuggire dalla mia ira...

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Gent.le sig.ra Camilla, eseguire un intervento chirurgico porta talvolta a complicazioni più o meno prevedibili prima dell'intervento stesso.. molteplici possono essere le cause del fallimento della terapia eseguite.. ciò che mi incuriosisce è che già dopo due settimane il collega (spero sia tale) le ha comunicato la non riuscita della terapia chirurgica.. ho qualche dubbio.. non posso aiutarla più di tanto perchè spesso è necessario conoscere la situazione anatomica prima dell'intervento.. sinceramente mi dispiace.. cordialmente
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Scritto da Dott. Franco Tarello
Torino (TO)

Signora Camilla, ho l'impressione che il trattamento ricevuto non sia stato adeguato. Certo senza conoscere direttamente il suo caso e senza riscontri radiografici ci è un pò difficile valutare. Comunque apparte la lunghissima elaborazione del Dr. Petti che non so quanto possa giovarle, l'introduzione di materiali , chiamati osteogeneci perchè dovrebbero stimolare l'osso a riformarsi, non danno risultati positivi o negativi, in così breve tempo. Mi insospettisce molto l'uso dell' acqua ossigenata??? Credo che chi ha fatto questo intervento fosse , diciamo "poco esperto". Perchè non si assicura che questo operatore sia registrato regolarmente nella sua regione? Cordialità! Dr. A. Braga Parodontologo
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Scritto da studio dentistico dottor Michele Lopez
San Giustino (PG)

Già effettuare una G.B.R. (rigenerazione ossea guidata) dopo un anno dall'estrazione, secondo me, non ha senso: dopo tanto tempo l' osso si è ormai rimodellato (in difetto), gli alveoli si sono completamente ossificati e gli spazi midollari, da cui sarebbero dovute provenire cellule osteoformatrici, sono stati coperti dalla corticale; quell' osso, che già era scarso a causa della parodontite, ora si è ridotto ulteriormente. Inoltre, tentare di rigenerare l' osso avrebbe comportato, dopo un anno, un'attesa di circa sei mesi, dopo di che si sarebbero dovuti inserire gli impianti ed attendere altri sei mesi (due anni!). Invece si sarebbe dovuto procedere inserendo subito gli impianti e poi rigenerando l' osso attorno ad essi, utilizzandoli come supporto per una membrana, possibilmente non riassorbibile e rinforzata al Titanio, e circondandoli di osso autologo miscelato con osso di animale. Se poi l' intenzione fosse quella di rigenerare l' osso in senso verticale, allora sarebbero stati necessari ulteriori accorgimenti e finezze chirurgiche che, francamente, non mi sembrano alla portata di chi ha eseguito così maldestramente il lavoro...
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Scritto da Dott. Paolo Gaetani
Lecce (LE)