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Ortodonzia: diagnosi, prevenzione e trattamento delle malocclusioni

L'ortodonzia è quella branca dell'odontoiatria che si occupa di correggere le disarmonie cranio-facciali, curando dunque le malocclusioni, le malposizioni dentarie e, più in generale, il normale funzionamento dell'apparato stomatognatico, la crescita delle basi ossee e la posizione dei denti.

by La Direzione di Dentisti Italia 06-12-2007 71527 visualizzazioni

L' Ortodonzia si occupa di tutte quelle molteplici irregolarità dentali ed ossee (quasi sempre ereditarie) che, oltre a rovinare il nostro sorriso, influenzano negativamente l’equilibrio della faccia e precludono la possibilità di una corretta masticazione, funzione fondamentale per una buona digestione.

Uno degli aspetti che contraddistinguono maggiormente l’ortodonzia moderna è quello di riuscire a combinare perfettamente la funzionalità e l’estetica. Mentre in passato si cercava soltanto di recuperare la capacità masticatoria di un individuo, per consentirgli di svolgere la funzione primaria di nutrirsi senza problemi, al giorno d’oggi questo non è più sufficiente. L’ortodonzia mira anche al raggiungimento di una buona resa estetica.

Un BEL SORRISO è sinonimo di BENESSERE

Nella società attuale, infatti, l’immagine ricopre un ruolo sempre più di primaria importanza, pertanto un aspetto poco piacevole può avere come risultato una situazione di disagio per il paziente, minandone l’equilibrio psico-emotivo e abbassando di molto il suo livello di benessere.

Compito del dentista, oggi, non è soltanto quello di rendere un servizio puramente “tecnico”, ma anche quello di migliorare nel paziente la fiducia in sé stesso, attraverso il miglioramento dell’aspetto esteriore.

Una delle caratteristiche principali di un viso che possa definirsi “piacevole” è quella di avere un bel sorriso. Il sorriso viene considerato oggi, ancor più che in passato, un ottimo biglietto da visita, sinonimo di persona vincente, sana e sicura di sé. Per avere un buon sorriso, però, è indispensabile avere una bocca sana, con tutti i denti “al posto giusto”. Non sempre questa situazione si verifica e, in molti casi, ci si trova di fronte a sorrisi poco invitanti, dovuti ai denti storti

A che ETA' è possibile
effettuare il PRIMO trattamento ortodontico?

Ricordiamo che il periodo migliore per raddrizzare i denti è ovviamente in fase di crescita, dal momento che i denti possono ancora essere guidati gradualmente verso il corretto allineamento attraverso apparecchi ortodontici, ora anche disponibili - per molti casi - nelle versioni metal-free e invisibile, che consentono un minore impatto negativo dal punto di vista estetico durante il trattamento.

Sia in età giovanile, per prevenire problemi futuri ed intervenire tempestivamente su problematiche già presenti, sia in età matura o avanzata, per scongiurare il peggioramento di situazioni patologiche in atto e per migliorare l’estetica del paziente, è comunque d’obbligo la visita periodica dal dentista. I controlli dovrebbero essere effettuati almeno due volte l’anno e ad essi deve essere associata una corretta igiene orale volta a prevenire placca, tartaro, carie e l’insorgere di parodontopatie. Anche l’alimentazione dovrebbe essere tenuta sotto controllo, a qualsiasi età, cercando di evitare (o perlomeno moderare) quando possibile il consumo di bevande molto zuccherine, alcolici, caffè, tè e, soprattutto, sigarette e tabacco in genere.

PREVENZIONE delle malocclusioni >>> fai visitare tuo figlio entro i primi 6 anni!

Di primaria importanza per la cura delle malocclusioni è la diagnosi precoce del difetto. Dobbiamo sempre tenere presente che è meglio prevenire che curare. Una terapia precoce può di fatto bloccare l’istaurarsi di molte malocclusioni. L’ortodontista è in grado di riconoscere la causa delle disarmonie cranio-facciali, delle malocclusioni dentali e delle disfunzioni muscolari e quindi è in grado di intervenire per eliminarle.

Una visita precoce, entro massimo i primi 6 anni di vita, è dunque importantissima per verificare se esiste una buona armonia tra le componenti anatomiche e dentali che costituiscono l’architettura cranio-facciale. Se per caso ciò non fosse, è essenziale intervenire quanto prima possibile per ristabilire un giusto equilibrio e raggiungere una corretta occlusione.

In alcuni casi la terapia ortodontica precoce, pur migliorando la situazione in generale, non riesce a risolverla completamente e sarà quindi necessario programmare una terapia più tardiva e complessa che porti alla correzione definitiva in dentatura permanente, cioè dopo i 12 anni. Vorrà dire che dobbiamo aspettare ancora un pochino prima di fidanzarci e sorridere mostrando dei denti bellissimi. Quando questo avverrà non solo potremo mostrare dei denti perfetti, ma avremo anche un’ottima funzione della masticazione che ci preserverà nel futuro da tanti disturbi che potrebbero nel tempo degenerare in patologie più o meno serie.




I possibili INTERVENTI nel caso di malocclusioni

Le terapie in campo ortodontico possono essere di tre tipi:


funzionali: tese a ridurre ed eliminare eventuali atteggiamenti viziati con opportuni esercizi muscolari e/o con apparecchi passivi in grado di guidare le forze durante la masticazione

meccaniche: quando ci si avvale di apparecchi che esercitano delle forze atte a correggere le anomalie riscontrate. Questi apparecchi possono essere:

  • ad appoggio extraorale: costituiti da tiranti di tela poggiati sul cranio sui quali sono saldamente fissati ganci e graffe che servono da ancoraggio per opportuni elastici
  • ad appoggio alveolo-dentario: costituiti da placche metalliche o plastico-metalliche regolabili
  • ad appoggio dentario: costituiti da anelli ancorati sui denti, cui sono fissati fili metallici


chirurgiche: trovano indicazione principalmente nell’adulto, quando i metodi strettamente ortodontici o ortopedici non si rivelano risolutivi.



ORTOGNATODONZIA
>>> l'evoluzione dell'ortodonzia


Il termine ortognatodonzia deriva da orto = dritto; gnato = mascellari e donzia = denti; questa parte dell’odontoiatria è volta a suggerire i mezzi terapeutici più idonei alla correzione delle anomalie presenti, tenendo in conto anche eventali problemi legati allo sviluppo delle ossa craniche, nello specifico, e del corpo in generale.

Grazie all’intervento dell’ortognatodonzia il paziente potrà migliorare la propria funzione masticatoria, la respirazione, la deglutizione, la fonesi e, non ultimo, il proprio aspetto estetico.

Per poter stilare una diagnosi il più possibile corretta e impostare un piano di trattamento accurato, lo specialista esperto in ortognatodonzia deve esaminare non solo i denti, ma anche la mascella, la mandibola, le articolazioni, il modo di masticare e anche il modo in cui il paziente deglutisce. L’ortognatodonzia, dunque, risulta come una combinazione fra ortodonzia e ortopedia dei mascellari e si avvale, oltre che dell’esame clinico e delle foto, anche di modelli in gesso dei denti e di alcuni esami radiografici. Tali esami andranno poi integrati con un’attenta anamnesi che individui, inoltre, l’eventuale presenza di "abitudini viziate" (come interposizione del labbro, deglutizione infantile e succhiamento del pollice, ecc.).

I principali DIFETTI ortodontici

Fra i principali difetti ortodontici citiamo:

  • il "morso aperto", che si ha quando i molari chiudono fra loro, ma i denti anteriori non si toccano; 
  • il  "morso incrociato", che si verifica quando i molari chiudono, ma qualche dente superiore chiude internamente a quelli inferiori; 
  • il "morso profondo", quando i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori; 
  • l' "affollamento", quando alcuni denti sono sovrapposti agli altri perché i denti sono larghi o l'osso di supporto è piccolo.


Per quanto riguarda i problemi che interessano il tipo di rapporto fra mascellare superiore e mandibola si distinguono 3 “classi”:

  • nella “prima classe” i denti sono affollati, storti oppure molto distanziati, sebbene l’arcata superiore sia in posizione corretta rispetto all’arcata inferiore; 
  • nella “seconda classe” l’arcata inferiore è troppo indietro oppure quella superiore troppo in avanti, oppure si verificano entrambe le condizioni; 
  • nella “terza classe” l’arcata inferiore è eccessivamente in avanti, quella superiore troppo indietro oppure si riscontrano entrambe le condizioni associate.


La causa delle più comuni disgnazie (squilibri a carico dell'occlusione dentale e della morfologia mascellare) in ortodonzia è data da una combinazione di fattori ereditari, trasmessi dal patrimonio genetico dei genitori (affollamenti dentari, denti in soprannumero, la crescita ossea mascellare o mandibolare in eccesso o in difetto, ecc.) e ambientali (abitudini viziate, respirazione orale, perdita prematura dei denti, ecc.).

L'ortognatodontista può intervenire cercando di conservare i denti, tentando di eliminare le "abitudini viziate", collaborando con un otorinolaringoiatra (per i casi di problemi o difetti legati alla respirazione ad esempio).
Si distinguono principalmente 4 fasi terapeutiche:

  • la “preventiva” (atta ad eliminare precocemente le cause);
  • l' “intercettiva” che va ad eliminare le abitudini viziate;
  • l' “ortopedico correttiva” per intervenire, in età giovanissima e per quanto possibile, sui fattori genetici;
  • la “correttiva fissa”, a crescita ormai ultimata, per allineare le arcate dentarie.

Esiste poi una quinta fase “contenitiva” finale.


Il trattamento ortognatodontico è volto a soddisfare principalmente due aspetti nella cura del paziente: quello funzionale (per correggere e/o migliorare l’attività masticatoria e respiratoria ad esempio) e quello estetico, importante anche sotto il profilo psicologico e per il benessere del paziente in generale.

I principali tipi di APPARECCHIO di cui si avvale il trattamento ortognatodontico


L'apparecchio mobile
, così chiamato perché il paziente può metterlo e toglierlo da solo, che rappresenta solitamente la prima fase di trattamento nei bambini, per correggere le "abitudini viziate", espandere il palato o guidare la masticazione in posizione corretta.

Gli apprecchi fissi
, costituiti da un’apparecchiatura multibande, attualmente soppiantata da "brackets” (“attacchi") vengono incollati con resine composite (ogni attacco è unito agli altri da un filo metallico che viene modellato o sostituito durante le visite di controllo). Queste apparecchiature possono essere tolte e messe solo presso lo studio dentistico da personale qualificato. 

Negli ultimi tempi si è spesso preferito utilizzare apparecchiature mobili e poco visibili, rivolto soprattutto agli adulti che desiderano migliorare il proprio aspetto estetico senza ricorrere agli antiestetici e fastidiosi apparecchi tradizionali.

Per alcuni spostamenti dentali ci si avvale anche di alcuni apparecchi totalmente intraorali che non richiedano molta collaborazione da parte del paziente garantendogli allo stesso tempo anche un’estetica migliore.

Fra le metodologie più comunemente utilizzate figurano l’espansore palatale e la trazione extraorale. Il primo allarga in modo rapido un palato troppo stretto in modo da creare spazio in caso ad esempio di affollamento dei denti. La trazione extraorale invece consiste generalmente in un archetto metallico denominato “baffo”, il quale viene inserito in due bande sui molari superiori, e in una trazione elastica che aiuta a spostare i denti in posizione corretta.

Al termine di ogni trattamento vero e proprio è spesso necessario usare un ulteriore apparecchio al fine di mantenere il risultato raggiunto. Si parla in questo caso di “contenzione”, la durata della quale varia in relazione all’età e al tipo di disarmonia che affligge il paziente. In genere, comunque, la durata varia da uno a tre anni. La contenzione è importante in quanto evita quella che viene definita “recidiva”, ovvero movimenti non desiderati dell’apparato dentale che potrebbero vanificare gli effetti positivi del trattamento ortodontico.