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Domanda di Implantologia

Risposte pubblicate: 4

Ho eseguito un impianto a seguito dell'estrazione del 46 nel 2010

Scritto da Fabio / Pubblicato il
Buongiorno, ho eseguito un impianto (marca Krugg) a seguito dell'estrazione del 46 nel 2010. Per negligenza, sottodimensione, fatalità resta il fatto che da allora sono intervenuto sull'impianto diverse volte come ho già riassunto anche nel 2016 qui. Riassumendo si è allentata la vite per ben 7 volte e si è spezzata 2 volte. Anche quest'anno si è rotta la vite (ed è la terza volta) e insieme al dentista "nuovo" abbiamo sostituito la vite ma in prospettiva abbiamo pensato alla sostituzione dell'impianto in quanto qualcosa senz'altro non và ed io non posso vivere con quest'ansia. Vorrei un vostro parere su come affrontare la sostituzione; attraverso il kit di estrazione oppure con carotaggio? Sono già propenso al Kit di estrazione che il dentista si deve procurare da un collega ma poi è possibile inserire il nuovo impianto contestualmente alla rimozione del vecchio? Grazie per le vostre preziose info.
Caro signor Fabio, buongiorno. Le ho già risposto in passato che gli impianti non si "legano" ai denti naturali e le ho precisato esaustivamente il perché! Mi sembra ovvio che la sede dell'impianto, osso e gengiva o l'ambiente orale che lo riceve, patologia Gnatologiche o Parodontali, hanno qualche cosa che non va! Detto questo, anzichè pensare ad un altro impianto, pensi a farsi visitare da un Parodontologo Gnatologo che valuti bene la sua situazione preimplantologica! Tra l'altro, la sua età di 54 anno rientra nel range delle età più colpite dalla Parodontite! E' indispensabile una Visita Parodontale: Lei ha bisogno di due visite cliniche strumentali, semeiologiche e anamnestiche, intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e Root Planing e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente oltre alle prove termiche descritte! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Il significato principale del Curettage e Scaling che oltre ad essere Diagnostico è anche terapeutico ( cura le tasche di 4-5 mm, in genere, quelle più profonde no!) e di Profilassi per le malattie Focali e per l'infarto del miocardio.
Oltre alle malattie Focali che hanno il loro Fucus di partenza "in cavità dell'organismo comunicanti con l'esterno", in questo caso le Tasche Parodontali! E' stata dimostrata una strettissima relazione tra le tasche parodontali e l'infarto del miocardio (in particolare nel sesso femminile è stata dimostrata una relazione inconfutabile tra presenza di tasche parodontali e infarto del miocardio con incidenza maggiore che nel sesso maschile) non trascurando l'Organismo Sistemico con Anamnesi Clinica e Visita semeiologica(malattie autoimmuni, Diabete etc)
La "terapia parodontale", spesso, per la sua importanza e complessità, coinvolge tutta l'Odontoiatria.
Mi raccomando, mi capisca bene: è solo un sospetto diagnostico che ho il dovere di precisarle. Se non avesse Parodontopatie, Recessioni gengivali, fornice basso, gengiva aderente insufficiente, osso insufficiente in altezza e larghezza, disarmonie Gnatologiche ed in particolare delle tre curve di compensazione, di Spee e di Wilson per il piano occlusale rispettivamente sagittale e frontale. La terza curva di Compensazione da valutare e quella di Monson che non è altro che una sfera immaginaria che serve per allineare le cuspidi dei denti posteriori con i margini incisali degli incisivi frontali.Sarebbe eventualmente, ma lo deciderebbe solo il Dentista, opportuno anche uno studio con un arco facciale di trasferimento, essenziale per rilevare i rapporti spaziali delle sue arcate con la base cranica e per il montaggio dei suoi modelli di studio su un articolatore a valore medio per studiare la gnatologia della sua bocca e la sua clinica e le sue articolazioni con angoli di spostamenti come l'angolo o movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente! Come vede la Visita Odontoiatrica è molto più profonda e seria di quanto si pensi! Ha bisogno di tutto questo, concentrato in un Dentista solo, molto Esperto e Colto e il suo "problema" diventa semplice Routine Odontoiatrica Riabilitativa normalissima, di tutti i giorni!
Cari Saluti e mi contatti pure per maggiori spiegazioni perché lo spazio è "tiranno" per motivi contingenti ed ovvi!
Ancora Cari Saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Buongiorno Sig. Fabio, se il suo dentista dovesse ritenere di dover sostituire l'impianto integrato la soluzione migliore sarebbe con un apposito kit di rimozione. Il carotaggio lo sconsiglio in modo assoluto, per la perdita ossea conseguente e per l'impossibilità di introdurre subito un impianto di diametro adeguato (sempre che quello già presente sia di diametro ottimale). La perdita ossea conseguente al carotaggio la costringerebbe ad eseguire una terapia rigenerativa dell'osso prima di posizionare il nuovo impianto con un notevole aumento dei costi. Ormai molti implantologi usano questo kit come strumento insostituibile per risolvere in modo ottimale queste situazioni.
Cordiali saluti
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Scritto da Dott. Marco Gabriele Longheu
Milano (MI)

La metodica di rimozione dell'impianto, se necessario, sarà valutata dal collega, che opterà per la più funzionale e meno invasiva possibile (in questo senso, solitamente, si rinuncia al carotaggio per tentare quantomeno con il kit di estrazione specifico).
Successivamente, sarà sempre il collega, a valutare come e quanto e quando rigenerare l'osso perduto e re - inserire un nuovo impianto.

Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)

Sig. Fabio, anche gli impianti hanno le loro complicanze e non è il paziente che li deve risolvere, ma questo compito spetta al medici. Per cui non si preoccupi di marche viti e carotaggi, ma lasci questi problemi a chi ne ha competenza.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)