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Domanda di Devitalizzazione

Risposte pubblicate: 16

A dicembre del 2007 ho subito la devitalizzazione di un molare...

Scritto da Guido / Pubblicato il
Gentili dottori, a dicembre del 2007 ho subito la devitalizzazione di un molare. Circa una settimana fa ho iniziato ad avere problemi, fitte durante la masticazione ed un insolito dolore alla gengiva in corrispondenza del dente in oggetto, versante interno (lato lingua insomma). Mi sono rivolto ad un nuovo dentista, che mi ha eseguito una rx sul dente risultando ciò che potete osservare nell'immagine allegata. A livello della forcazione del dente parrebbe essere presente una rarefazione dell'osso, e le ipotesi a supporto dell'immagine radiografica sono sostanzialmente due: 1) ascesso che drena in quel punto, solvibile con ritratrattamento del dente. 2) Frattura a livello della forcazione, che imporrebbe un tentativo dall'incerto esito di riparazione con cemento di Portland, e, se fallimentare, obbligatoria estrazione con successivo collocamento di impianto. Inoltre, a rendere l'ipotesi di successo in merito al recupero del dente, mi è stato riferito che il precedente dentista ha lavorato malissimo, sagomando male i canali radicolari eccedendo con l'utilizzo della fresa, avendo insomma indebolito le radici ricreando pareti radicolari eccessivamente sottili. Aggiungo cmq che da un paio di giorni, il dolore parrebbe essere sparito a seguito dell'applicazione di dentosan 0,20 gel sull'area gengivale dolente e da cui pareva partire il dolore. Cosa ne pensate? E' salvabile il dente. Grazie anticipatamente per le eventuali risposte. Guido
A dicembre del 2007 ho subito la devitalizzazione di un molare...
Caro Guido, accusare da parte del suo nuovo dentista il collega precedente che ha lavorato malissimo mi pare poco deontologico e professionale in quanto non si conosce la reale situazione clinica dalla quale si è partiti. Ad ogni modo, il molare si potrebbe tentare di salvarlo sempre se il tuo nuovo dentista è in grado di farlo. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Aldo Santomauro
Palermo (PA)

Caro Signor Guido, in Sardegna abbiamo un detto: "Su cavuru chi nara camba trota a s'alegusta" che tradotto in italiano significa: " il gambero che prende in giro l'aragosta dicendole che ha le gambe storte". Si adatta molto bene al nuovo dentista che dice del precedente suo Dentista che ha lavorato male! Primo perchè non può dirlo non conoscendo la situazione precedente della reale ampiezza dei canali. Secondo perchè ritengo da quello che vedo che abbia sbagliato diagnosi (il nuovo dentista) ed in ogni caso non ha fatto a quanto sembra le indagini cliniche e strumentali giuste per arrivare ad una Diagnosi corretta. Infatti, dalla Rx postata, anche se poco chiara ed incompleta perchè non si vedono gli apici, si vede il profilo della teca ossea che contorna tutto lo spazio parodontale e a livello del cavallo, l'osso e quindi il parodonto sembrano integri, c'è solo un piccolissimo allargamento dello spazio parodontale che potrebbe far pensare ad una sofferenza periradicolare o parodontale da evidenziare con un sondaggio parodontale in sei punti del dente e di tutti gli altri denti della bocca per diagnosticare se la patologia parodontale è presente e se è presente solo in quel dente o è diffusa a tutta la bocca. Quel nero che si vede nella lastra E' DENTRO LA CAMERA PULPARE NON FUORI NEL CAVALLO DELLA FORCAZIONE COME DICE L'ATTUALE DENTISTA! Quindi propenderei più per una infiltrazione cariogena o una frattura da ricercarsi accuratamente. In ogni caso che abbia visto giusto io o il suo Dentista,le patologie dette non hanno niente a che vedere con la terapia precedente. Non solo ma sarebbero curabilissime. Quindi proporre una avulsione eventuale e un impianto non è corretto, perchè di qualsiasi cosa si tratti, le radici sono sane ed il dente è salvabile con un semplice intervento di allungamennto della corona clinica ed un perno-mnoncone con relativa corona in oro porcellana o zirconio-ceramica se non ci fossero problemi parodontali. Se ci fossero questi, si curerebbe prima il parodonto con la chirurgia parodontale ossea rigenerativa o ricostruttiva o resettiva o conservativa a seconda della patologia presente! Se poi anche, ma non è così, ci fosse una lesione della forcazione esiste la possibilità di curarla con membrane artificiali riassorbibili che stimolano la rigenerazione parodontale profonda anche a livello della forcazione. Certo bisogna essere bravi parodontologi per usare queste metodiche! O separare le radici e fare due perni monconi ognuno su una radice, si dice premolizzare un molare, in protesi. Le lascio una foto con diversi denti in situazioni simili e salvati. Ecco perchè mi son permesso di dire:"Su cavuru chi nara camba trota a s'alegusta".Legga sul mio profilo: La chirurgia parodontale estetica Introduzione Divulgativa alla Chirurgia Estetica Parodontale e LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE - Considerazioni Istologiche e Sperimentali e le altre 4 parti e capirà! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

L'atteggiamento del nuovo curante è molto sospetto comunque penso che difficilmente possa essere recuperabilel'elemento per la rarefazione ossea interradicolare che potrebbe anche essere di origine parodontale ( quindi nessuna responsabilità della devitalizzazione in tal caso ). Il ritrattamento lo escluderei se non vi sono problemi apicali ( penso sia inutile ) e quindi l'alternativa è la separazione in due radici ( rizotomia ) o estrazione ed impianto, ovviamente le mie sono ipotesi in quanto ho solo visto una radiografia parziale ma non il dente. Cordiali saluti
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Scritto da Centro medico Vesalio Padova
Padova (PD)
Venezia (VE)

Gentile Guido, lei pone delle domande cui è molto difficile rispondere senza alcun elemento oggettivo ad eccezione di una radiografia incompleta e poco definita. Comunque se il problema risiede nella perforazione della zona della forcazione ottimi risultati spesso si ottengono con l'uso di cementi appositi (MTA) in grado di chiudere perfettamente la soluzione di continuo e recuperare il dente. Cordialmente

Scritto da Dott. Tersandro Savino
Tivoli (RM)

Gentile Guido, personalmente non scredito mai i Colleghi poichè mi pare deontologicamente scorretto. Preferisco sempre indicare la mia scelta terapeutica indipendentemente dalle terapie eseguite in precedenza. Nel suo specifico caso mi è difficile fare una diagnosi in quanto mancano sufficienti esami clinici e radiografici per cui si rivolga ad un odontoiatra il quale saprà indicarle la terapia migliore da intraprendere. Dott D. Cianci.

Scritto da Dott. Dario Cianci
Milano (MI)

Gentile Sig. Guido, non mi pare corretto criticare un collega quando si fa una diagnosi eseguendo una pessima radiografia. Le ha proposto un ritrattamento basandosi su cosa, visto che non si vede il dente in tutta la sua interezza. Effettivamente il dente sembra eccessivamente sagomato, ma non si può escludere che abbia trovato una situazione anatomica anomala. Comunque a me la forcazione sembra integra e pertanto non escluderei che sia dovuta ad una patologia cariosa. Con un sondaggio la diagnosi potrebbe essere più precisa. Il mio consiglio è che se il nuovo dentista non ha fatto un sondaggio e la sua diagnosi si basa solo su quella pessima radiografia, non si fidi, sarebbe più corretto tornare dal primo dentista che forse potrebbe spiegarle meglio cosa succede. Cordiali saluti
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Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Ci ha sottoposto l'immagine di un'rx endorale nella quale è visibile praticamente solo il terzo coronale della radice, impossibile quindi dare una valutazione seria sulla terapia canalare precedentemente effettuata; sicuramente l'aspetto di radiotrasparenza in corrispondenza della forcazione è fortemente suggestivo per una perforazione del pavimento, i picchi ossei interprossimale invece sembrano buoni per cui dovrebbe essere relativamente semplice risolvere il problema chiudendo la perforazione con MTA. Il collega da cui è attualmente in cura dovrebbe comunque essere più misurato nei giudizi.
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Scritto da Dott. Andrea Balocco
Paruzzaro (NO)

Caro Guido, mi unisco anch'io ai colleghi precedenti riguardo l'opinabile operato del primo curante. Dall'unica ed incompleta radiografia si evince che la lesione è interna e non interessa minimamente il parodonto; inoltre la diagnosi differenziale tra ascesso di natura endodontica rispetto a quello parodontale è semplice: basta inserire un cono di guttaperca nelle fistola gengivale in modo da percorrere a ritroso il tragitto dell'infezione ed arrivare alla od alle radici se il problema fosse di natura endodontica. Inoltre se la lesione fosse interna come si vede dalla rx non è detto che si tratti di frattura della radice ( intal caso concordo con l'estrazione ed eventuale terapia implantare), ma potrebbe trattarsi di una perforazione che potrebbe essere curata con mta un cemeto che ripara i danni causati dalle perforazioni. Dopo ciò si deve attendere un tempo minimo di tre mesi per effettuare un nuovo controllo radiografico per evidenziare se c'è stata o no guarigione e poi procedere alla nuova ricostruzione del dente. Cordialente Michele Berenice
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Scritto da Dott. Michele Berenice
Formia (LT)
Frattamaggiore (NA)

Sig. Guido, mi piacerebbe conoscere la vera versione anche del suo nuovo odontoiatra, perchè spesso discorsi sono fraintesi dal paziente, per questo ritengo che sia vantaggioso da entrambe le parti mettere sempre tutto per iscritto. Parlar male alle spalle di un collega è semplice, avere un confronto diretto è molto più difficile, mi sembra strano che ciò non sia avvenuto, per cui controlli se chi le ha fatto le proposte di cura, è iscritto all'ordine dei medici.
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Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Non tragga in inganno il mio atteggiamento di "distacco" su chi abbia agito e come. Lei ha un problema e va risolto. Se il primo dentista o il secondo spetta a lei deciderlo, e non a noi. Sostanzialmente le ipotesi sono quelle che sono state già fatte, più precisi si potrà essere solamente con la visita clinica e magari lastre più mirate che facciano vedere il dente nella sua interezza. Cordiali saluti.

Scritto da Dott. Davide Colla
Seregno (MB)

Sig. Guido la radiografia non è abbastanza nitida ma sembra che la lesione a livello della forcazione radicolare ci sia per cui le soluzioni sono due: rizotomia delle radici; estrazione ed impianto. Io le consiglio la seconda. Le altre soluzioni sono ad esito incerto.... Cordiali saluti

Scritto da Dott. Leonardo Resta
Gioia del Colle (BA)

Sig. Guido, a una terapia canalare segue un terapia protesica o una ricostruzione a ricopertura cuspidale. Anche secondo me il problema è a livello della forcazione ma la RX non è chiara. Cordialmente

Scritto da Dott. Gabriele Stirpe
Priverno (LT)

Caro paziente, questa rx non e' sufficiente per fare diagnosi, ne' tantomeno per giudicare l' operato del precedente dentista. Occorre fare una attenta valutazione clinica mediante sondaggio parodontale x chiarire un po' di possibilita' . Prima di estrarre e' giusto fare dei tentativi. Primo fra tutti escludere una semplice infiammazione della gengiva con retrazione dell' osso e poi un ritrattamento se necessario. Sarebbe corretto anche sentire il parere del primo dentista che conosce lo stato del suo dente prima della terapia. E poi ricordi che sbagliare in coscienza, eventualmente, e' una possibilita' e tutte le procedure hanno una percentuale di insuccesso. In bocca al lupo
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Scritto da Dott.ssa Anna Bilotta
Cetraro (CS)

Gentile Guido, dalla lastra non si può dire con certezza se si tratta di patologia legata alla cura endodontica o di natura parodontale. In qualsiasi caso non è mai corretto accusare i colleghi senza conoscere i contesti che li hanno generati. Se l'attuale dentista è in grado di esserle d'aiuto, molto bene. Secondo me finirà con una proposta di un'estrazione e di un impianto. Cordialità.

Scritto da Dott. Michele Caruso
Treviso (TV)

Gentile Sig. Guido, più che dalla diagnosi del suo secondo dentista, sono sorpreso dalle risposte che ha avuto fino ad ora. Se non sbaglio, solo uno o due dei colleghi che mi hanno preceduto hanno capito il problema. La biforcazione del suo molare è perfettamente integra dalla radiografia che ha inviato, pertanto non è né una perforazione del pavimento né un problema parodontale. Il suo dente mostra una radiotrasparenza al di sotto della otturazione della camera pulpare e anche leggermente sull'aspetto distale della stessa. Pertanto si tratta o di carie o di un riassorbimento esterno. Nel primo caso il responsabile è solo lei che non ha mantenuto una igiene orale corretta. Nel secondo caso il responsabile è il suo organismo che per qualche motivo sconosciuto sta aggredendo i suoi tessuti dentali. In ogni modo la prognosi mi sembra abbastanza incerta. I canali effettivamente sono stati allargati troppo e fare l'emisezione o una rizectomia come qualcuno ha suggerito vuol dire tra qualche tempo ritrovarsi con delle radici fratturate. Il mio consiglio è di tornare dal suo primo dentista o di trovarne uno nuovo consultando il sito della Società Italiana di Endodonzia www.endodonzia.it e cercare tra i soci Attivi. Penso che dovrà subire l'estrazione del suo molare e la sua sostituzione con un impianto. Cari saluti e auguri. Dr. Arnaldo Castellucci
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Scritto da Prof. Arnaldo Castellucci
Firenze (FI)

Caro Guido per quello che si vede nella lastra abbastanza poco nitida sembra che non ci sia proprio la parte di radice che sta nella forcazione ma solo materiale da otturazione. Le consiglio l'estrazione e un impianto, distinti saluti

Scritto da Dott. Domenico Aiello
Catanzaro (CZ)