Il buon senso e la ricerca scientifica indicano l’allattamento materno come il miglior modo di nutrire un neonato.
I vantaggi per la salute generale, rapportati al bambino, sono stati documentati da anni: nutrimento ideale, migliori possibilità di assorbimento, ridotto rischio di contrarre allergie alimentari, predisposizione ad uno sviluppo psicologico adeguato, migliori difese immunologiche, ecc. ecc..
L’altro grande vantaggio dell’allattamento materno è quello di fornire al neonato una giusta predisposizione allo sviluppo fisiologico della cavità orale, l’ottimizzazione della forma del palato, il corretto allineamento dei denti e un minore rischio di malocclusione.
Per capire i rischi di un’alimentazione artificiale, è necessario preliminarmente capire come funziona l’allattamento al seno: quando inizia la suzione vera e propria, i movimenti verso il basso della mandibola spingono la lingua verso il palato, comprimendo la zona intorno al capezzolo e facendo così affluire il latte nella bocca. Dopo un certo numero di suzioni (tre-cinque in media) il latte raccoltosi in bocca viene deglutito. Inizialmente il susseguirsi dei movimenti di suzione è veloce poi nel corso della poppata si regolarizza, divenendo ritmico. Il ritmo respiratorio del bambino si sincronizza con quello delle suzioni/deglutizioni. In sintesi potremmo descrivere con tre passaggi il modo di alimentarsi del bambino dal seno materno: succhia, spreme, deglutisce.
Durante l’allattamento artificiale (con biberon) non si esegue il movimento anteroposteriore del complesso lingua-mandibola. Il neonato si nutre con una ridotta attività muscolare, la mandibola esegue prevalentemente movimenti verticali e cresce meno, tra l’altro le mamme colpevolmente spesso allargano lo stesso buco della tettarella del biberon per velocizzare l’operazione. Con l’allattamento artificiale, in sintesi, il bambino impara a nutrirsi passivamente, con scarsa attività linguale e labiale e, soprattutto, assumendo una postura linguale e mandibolare atipica e sostanzialmente scorretta. Gli effetti negativi dell’allattamento artificiale sulla struttura cranio-mandibolare non si esauriscono nella fase dell’allattamento: il bambino memorizza la diversa organizzazione linguo-labiale e deglutitoria, la mantiene anche dopo il passaggio all’alimentazione mista e, in assenza di trattamento logopedistico e odontoiatrico adeguato, molto spesso per tutta la vita. Il diverso schema funzionale che viene a instaurarsi altera i meccanismi deputati al controllo dello sviluppo craniomandibolare, favorendo o determinando l’insorgenza di un grande numero di problematiche e di malocclusioni..
Un dato comparativo e significativo potrebbe essere rappresentato nei bambini del Terzo Mondo in rapporto a quelli dei Paesi sviluppati . Nell’ambito dei bambini Africani che hanno avuto soltanto un’alimentazione tradizionale prolungata senza biberon in età compresa tra i tre e i sei anni, l’incidenza delle abitudini viziate e delle malocclusioni è prossima allo zero. Sempre nei paesi Africani, dove esiste tuttavia una seppur modesta assistenza neonatale, la situazione peggiora e dove esiste un ospedale centrale le problematiche si avvicinavano di molto a quelle dei paesi occidentali.
È molto probabile che la spiegazione stia nel modello comportamentale delle madri, che nei villaggi collinari allattano i neonati esclusivamente al seno per ben due anni, mentre nella zona dove esiste assistenza medica o la presenza di ospedali missionari con l’influenza delle strutture mediche occidentali, sostituiscono in tutto o in parte l’allattamento esclusivamente naturale con quello artificiale.
I vantaggi per la salute generale, rapportati al bambino, sono stati documentati da anni: nutrimento ideale, migliori possibilità di assorbimento, ridotto rischio di contrarre allergie alimentari, predisposizione ad uno sviluppo psicologico adeguato, migliori difese immunologiche, ecc. ecc..
L’altro grande vantaggio dell’allattamento materno è quello di fornire al neonato una giusta predisposizione allo sviluppo fisiologico della cavità orale, l’ottimizzazione della forma del palato, il corretto allineamento dei denti e un minore rischio di malocclusione.
Per capire i rischi di un’alimentazione artificiale, è necessario preliminarmente capire come funziona l’allattamento al seno: quando inizia la suzione vera e propria, i movimenti verso il basso della mandibola spingono la lingua verso il palato, comprimendo la zona intorno al capezzolo e facendo così affluire il latte nella bocca. Dopo un certo numero di suzioni (tre-cinque in media) il latte raccoltosi in bocca viene deglutito. Inizialmente il susseguirsi dei movimenti di suzione è veloce poi nel corso della poppata si regolarizza, divenendo ritmico. Il ritmo respiratorio del bambino si sincronizza con quello delle suzioni/deglutizioni. In sintesi potremmo descrivere con tre passaggi il modo di alimentarsi del bambino dal seno materno: succhia, spreme, deglutisce.
Durante l’allattamento artificiale (con biberon) non si esegue il movimento anteroposteriore del complesso lingua-mandibola. Il neonato si nutre con una ridotta attività muscolare, la mandibola esegue prevalentemente movimenti verticali e cresce meno, tra l’altro le mamme colpevolmente spesso allargano lo stesso buco della tettarella del biberon per velocizzare l’operazione. Con l’allattamento artificiale, in sintesi, il bambino impara a nutrirsi passivamente, con scarsa attività linguale e labiale e, soprattutto, assumendo una postura linguale e mandibolare atipica e sostanzialmente scorretta. Gli effetti negativi dell’allattamento artificiale sulla struttura cranio-mandibolare non si esauriscono nella fase dell’allattamento: il bambino memorizza la diversa organizzazione linguo-labiale e deglutitoria, la mantiene anche dopo il passaggio all’alimentazione mista e, in assenza di trattamento logopedistico e odontoiatrico adeguato, molto spesso per tutta la vita. Il diverso schema funzionale che viene a instaurarsi altera i meccanismi deputati al controllo dello sviluppo craniomandibolare, favorendo o determinando l’insorgenza di un grande numero di problematiche e di malocclusioni..
Un dato comparativo e significativo potrebbe essere rappresentato nei bambini del Terzo Mondo in rapporto a quelli dei Paesi sviluppati . Nell’ambito dei bambini Africani che hanno avuto soltanto un’alimentazione tradizionale prolungata senza biberon in età compresa tra i tre e i sei anni, l’incidenza delle abitudini viziate e delle malocclusioni è prossima allo zero. Sempre nei paesi Africani, dove esiste tuttavia una seppur modesta assistenza neonatale, la situazione peggiora e dove esiste un ospedale centrale le problematiche si avvicinavano di molto a quelle dei paesi occidentali.
È molto probabile che la spiegazione stia nel modello comportamentale delle madri, che nei villaggi collinari allattano i neonati esclusivamente al seno per ben due anni, mentre nella zona dove esiste assistenza medica o la presenza di ospedali missionari con l’influenza delle strutture mediche occidentali, sostituiscono in tutto o in parte l’allattamento esclusivamente naturale con quello artificiale.
Dentista Basilicata, Potenza
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Dentista Sardegna, Cagliari
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