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Domanda di Patologia orale

Risposte pubblicate: 3

È possibile che il dolore non dipendesse dal dente, ma avesse altra origine?

Scritto da Andrea / Pubblicato il
Buongiorno, scrivo semplicemente per avere un altro punto di vista su una situazione che appare irrisolvibile. Due anni fa ho effettuato la sostituzione di una vecchia otturazione sull'elemento 37. Una volta finita l'anestesia, mangiando sei semplici biscotti, ho iniziato a sentire delle fitte sull'elemento 35 (sul quale non era mai stato fatto nulla). Ho aspettato qualche giorno, ma visto che il dolore era sempre presente (dolore solo durante la masticazione con cibo e non alla semplice pressione sull'elemento dentale. Lo stesso risultava anche insensibile al caldo e al freddo) sono tornato dal mio dentista. In prima battuta ho pensato che l'iniezione per l'anestesia avesse lesionato qualche nervo, ma lui ha escluso la cosa per le caratteristiche del dolore. Dopo un'analisi radiografica (da cui non è emerso niente) e obiettiva dell'elemento dentale, mi è stato detto che probabilmente il dente si era fratturato/incrinato e che poteva dare dolore anche se radiograficamente sembrava sano. Non riuscendo io più a masticare con serenità, abbiamo allora provveduto alla devitalizzazione e all'incapsulamento del dente. E' stato come non averlo fatto. Dolore sempre presente e sempre uguale. Ho atteso altri mesi nella speranza che la situazione migliorasse, ma alla fine, non potendone più, ho chiesto estrazione del dente (era ormai passato un anno e mezzo di dolori e visite che non avevano portato a nulla). Abbiamo messo un impianto a carico differito. Dopo cinque mesi, verificata la corretta osteointegrazione, con la panoramica, ho montato la capsula provvisoria una settimana fa. Morale? Il dolore è sempre presente. La domanda che vorrei farvi è questa: è possibile che il dolore non dipendesse dal dente, ma avesse altra origine? Aggiungo che a seguito dell'estrazione dentale, una volta passato il dolore relativo all'intervento, avevo sì fastidio alla masticazione, ma era lieve, e relativo al contatto dei denti dell'arcata superiore sull'elemento 36 (la parte più vicina al buco lasciato dal dente mancante, per intenderci). Ho imputato la cosa al fatto che mancasse il 35 e quindi la bocca non si chiudeva correttamente. In ogni caso il dolore era lieve e gestibile. Adesso che è stato reinserito l'elemento 35, il dolore è una forte fitta che mi costringe ad allentare il morso, non so come spiegare. Se me lo chiedessero giurerei che il dolore viene dal 35, ma visto che l'elemento è stato tolto e sostituto da un impianto a questo punto potrebbe anche essere altro. Tornerò dal mio dentista quanto prima, la mia è solo una richiesta volta a sondare altre strade che al mio dottore magari non sono venute in mente perché remote o improbabili. Grazie molte per le vostre risposte.
Alle volte non è facile stabilire quale è veramente il dente che fa male.. Ma il 37?? E' quello che ebbe la otturazione. Profonda?? Potrebbe essere lui a dare un dolore diffuso? Però dopo due anni dalla cura si sarebbe dovuto capire molto bene se è il 37 a soffrire, e se anche una pulpite può dare dolore riferito a tutti i denti della emiarcata, il dolore alla pressione o masticazione è meglio localizzabile.. Cioè se si tratta di un dolore non alla pressione, può partire da qualunque dente e diffondersi agli altri. Ma se è alla pressione, con un test semplice si capisce, facendo stringere qualcosa di solido. Il 36 cosa ha?? Nessuna otturazione?? Ci sono prove (ghiaccio, percussione, test elettrico, rx etc etc etc) che aiutano il dentista nella diagnosi. Ma lei mastica da quel lato? ci riesce?? A parte l'origine da qualcuno dei denti (l'impianto del 35 lei ha in mente che dovrebbe essere non fonte di fastidio, ma non è affatto detto!), esclusi veramente tutti gli elementi, l'attenzione va rivolta ad altri due fattori. La parte parodontale, tasche, gengive, infiammazioni, sondaggio etc etc. E la parte gnatologica, ovvero valutare se l'occlusione è corretta e altri parametri, fonte anche questa di disturbi come quelli da lei lamentati. La mia non è una risposta esaustiva, ma da distanza web che si può dire?? Se proprio vuole un parere da noi, provi ad inviare rx endorali ben fatte (non OPT, meno nitida) e foto perfette a denti aperti e chiusi.
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Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Sig. Andrea, è probabile che la sua forme provenga da altro, ma che venga dai lei riferita al 35, tutto questo potrebbe aver depistato il suo odontoiatria, da una corretta diagnosi. In primis vanno esclusi i denti vicini, poi va indagato lo stato parodontale e gnatolocico. Non essendoci un brutto male è possibile convivere con il fastidio e attendere che il tempo porti a galla una corretta diagnosi.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Caro Signor Andrea, buongiorno. Prima riferisce il dolore al dente 35. Poi dice che il 35 manca! Capirà che non è chiaro. In ogni caso dice "abbiamo allora provveduto alla devitalizzazione e all'incapsulamento del dente". Dico io: senza una diagnosi precisa? Come è possibile? Chiede se xi potrebbero essere altre cause di dolore. Rispondo subito: certo!
Vede esistono dei sintomi, detti sinalgie, che praticamente, per incapacità del nucleo caudato del cervello a cui arrivano tutti gli stimoli dolorosi di una metà della bocca, possono provenire non dal dente in causa ma da denti o parodonto anche lontano. Quindi bisogna fare una accurata visita Odontoiatrica completa ed accurata. Per valutare il Parodonto basta fare un sondaggio Parodontale con un sondino parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti (senza limitarsi a quello in causa apparente) se vi fossero misure superiori a 4 mm (fino ad un massimo di 14 mm, ci sarebbero delle tasche Parodontali , sintomo di una Parodontite DNDD. Per le patologie Endoparodontali, esse sono un sovrapporsi o un "misto" delle due descritte!*** Il confine tra iperemia attiva e passiva non è a volte così ben distinto e distinguibile e si può diagnosticare una iperemia attiva mentre invece la polpa si trova in un momento di passaggio tra la attiva e la passiva ed ecco che si può allora fare una otturazione come è stata fatta ed avere poi il dolore per l'esplosione immediata o a distanza di tempo della iperemia passiva e quindi della pulpite che porta alla terapia endodontica del dente! Chiaro?
Le spiego:
La Sofferenza Pulpare che provoca il "fastidio doloroso" va valutata clinicamente e con Rx Endorale (la panoramica non serve a niente), con stimoli termici con il caldo e con il freddo, esistono liquidi che spruzzati su un batuffolino di cotone con cui toccare il dente abbassano la temperatura improvvisamente da 37° a -4° e le garantisco che se c'è patologia pulpare, la si scopre, il dente risponde con un dolore immediato: 1- se dura qualche secondo, il processo è reversibile perché si tratta di semplice iperemia attiva come spiegato più sotto e si aspetta, 2- se dura molti minuti, il dente è in Pulpite perché si tratta di iperemia passiva e bisogna devitalizzarlo subito. 3- Se non risponde al dolore vuol dire che il dente è in necrosi, è morto per infezione e bisogna devitalizzarlo in un modo particolare subito spesso , a seconda della situazione clinica e dell'operatore, sotto protezione antibiotica! 4- Se non risponde al freddo ma risponde allo stimolo con "guttaperca" molto calda, allora significa che il dente è in necrosi, ma non completa, qualche zona di polpa vicino all'apice è ancora vitale (si chiama sintomatologia radicolare della polpa) e il dente va devitalizzato. LE SPIEGO QUALCHE COSA: Nella iperemia attiva, (legga sopra , attentamente agli asterischi)grazie , il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dagli stimoli termici, in questo caso il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare!Se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti, tipici della Pulpite acuta o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, muoiono = necrosi e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx endorale) intorno all'apice della radice = granuloma, cisti.IL DOLORE DA NECROSI è invece sordo profondo e non pulsante.

La visita Odontoiatrica è una visita complessa e per nulla semplice o scontata! E' la più alta espressione Medica e Clinica in Odontoiatria!non è altro che la Visita Odontoiatrica completa che noi facciamo a tutti i pazienti per qualsiasi motivo essi vengano e a prescindere dalla patologia per cui si rivolgono a me e a mia figlia!E' sempre più prudente che la visiti un Dentista, meglio se Parodontologo ed in questo caso esperto anche in Gnatologia, dato che l'eventuale patologia può anche doversi ricercare nella Gnatologia dell'apparato stomatognatico con palpazione delle ATM per saggiarne e valutarne i rumori e i movimenti dei condili e palpazione dei muscoli Masseteri e Pterigoidei che sono i primi ad andare in contrattura, specialmente gli Pterigoidei, in caso di Patologia della ATM e valutare le tre disclusioni incisiva o protrusiva, laterale sin e dx o canina e massimamente retrusa coi denti posteriori a contatto o Relazione Centrica con valutazione di Over Jet ed Over Bite e delle tre curve di compensazione, di Spee e di Wilson per il piano occlusale rispettivamente sagittale e frontale. La terza curva di Compensazione da valutare e quella di Monson che non è altro che una sfera immaginaria che serve per allineare le cuspidi dei denti posteriori con i margini incisali degli incisivi frontali. Sarebbe eventualmente, ma lo deciderebbe solo il Dentista, opportuno anche uno studio con un arco facciale di trasferimento, essenziale per rilevare i rapporti spaziali delle sue arcate con la base cranica e per il montaggio dei suoi modelli di studio su un articolatore a valore medio per studiare la gnatologia della sua bocca e la sua clinica e le sue articolazioni con angoli di spostamenti come l'angolo o movimento di Bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia!
Cari saluti

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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)