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Domanda di Implantologia

Risposte pubblicate: 12

Quanto puo'incidere lo stato attuale nei tempi di esecuzione e nel successo del secondo impianto

Scritto da Emilio / Pubblicato il
4 anni fa a mia moglie di 52 anni e' stato eseguito impianto sostitutivo del 6°inferiore non ricostruibile. Da due giorni l' impianto e' mobile. Ci siamo rivolti al nostro dentista del quale non avevamo nulla da eccepire nei molti anni che ci ha seguito. Essendo nostro amico e noi medici ci ha spiegato che e' venuta a mancare l'integrazione dell' impianto con l'osso, con "formazione di tessuto fibroso" intorno al perno. Onestamente ha espresso l'idea che il perno fosse relativamente corto rispetto alla corona e si e' impegnato ad un nuovo impianto. La domanda e': quanto puo'incidere lo stato attuale nei tempi di esecuzione e nel successo del secondo impianto speriamo eseguito piu' a regola d'arte? Grazie
In che senso?? Nel senso se lo stato fibroso può ostacolare il nuovo impianto?? Di certo, rimosso l'attuale, dovrà passare del tempo affinchè le strutture ossee si riformino bene e tutto guarisca.

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Caro Signor Emilio, la realtà che ha descritto è quella di una perimplantite. Il discorso sarebbe molto lungo. Ricordi solo che l'impianto è il risultato di un insuccesso terapeutico e che mentre nel Dente naturale le fibre connettivali ed epiteliali della gengiva "entrano" con legame saldo tra le cellule costitutive del dente , nell'impianto questo non avviene. La gengiva per così dire si "addossa" ad esso ma non può entrare in esso. Basta un niente, uno stress, una piccola gengivite, batteri, placca stress gnatologici ed altro per staccare la gengiva ed aprire una tasca in essa con apertura quindi di una porta per l'accesso dei microbi e la realizzazione di un danno osseo, di un difetto osseo. In parole povere succede molto più facilmente quello che accade nel Dente naturale con la formazione di una tasca parodontale (non è proprio così, ma tanto per capirci meglio). Poichè l'età che avete Lei e sua Moglie è tra le più colpite dalla Parodontite è importante valutare la presenza di tasche non solo intorno all'impianto (= perimplantite) ma anche intorno a tutti i denti naturali (= Parodontite). Se no sua moglie corre il rischio di fare un impianto in una situazione di malattia parodontale con riformazione della Parodontite! Lei invece faccia la visita parodontale per prudenza! Visita che personalmente faccio sempre a qualsiasi età e per qualsiasi motivo il paziente venga da me. Anche solo per una otturazione! Se si facesse così sempre, la Parodontite sarebbe non dico debellata ma certamente affrontata e curata meglio ed in periodi della malattia ancora iniziali con minore spesa, stress e danni per l'intero organismo!Ricordi che la Visita Parodontale è costituita da due visite intervallate da una preparazione iniziale con Igiene Professionale della tasca, Curettage e Scaling per rimuovere il tessuto di granulazione dall'interno della tasca stessa che falsa la presa delle misurazioni della sua profondità, le Rx endorali complete, i modelli di studio e che nella seconda visita si riprendono le misure delle tasche che ora saranno quelle vere e dalla differenza tra le prime e le seconde si fa diagnosi sul tipo di Parodontite, sulla sua Aggressività, sulla sua attività e si emette una Prognosi e si pianifica una terapia! Certamente se fosse confermate non si farebbero impianti, almeno secondo il mio modesto parere!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Gentile Emilio, qualche insuccesso nell'implantologia è possibile ed è contemplato in tutte le letterature. Chiaramente ciò di solito, se le condizioni generali e locali del paziente sono idonee, non pregiudica un successivo impianto. E' sempre obbligatorio effettuare uno studio accurato della situazione locale ed una accurata anamnesi prima di cimentarsi in un impianto. Cordialmente

Scritto da Dott. Tersandro Savino
Tivoli (RM)

Egregio Collega, certamente non è possibile inserire un nuovo impianto contestualmente all'avulsione di quello già esistente fibrointegrato ma è bene valutare opportunamente la situazione clinica con indagini Rx ed eventualmente con TAC ed intervenire alcuni mesi dopo. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Aldo Santomauro
Palermo (PA)

Gentile paziente, le cause che portano ad una Perimplantite sono molteplici, e dopo 4 anni tutto può succedere, essendo una zona fortemente soggetta a carichi masticatori. Pur concedendo il beneficio del dubbio, sui controlli periodici all'igiene orale del sito in questione e dello status parodontale degli elementi vicini, bisognerebbe sempre fare un pò di autocritica, che nulla viene dal nulla. Dovendo considerare lo stato attuale, ossia della perimplantite che ha colpito quel sito, sarà saggio rifare una buona analisi della situazione ossea residua presente, e rimuovere l'impianto infetto e bonificare il tutto. Dopodichè si potrà decidere di aspettare i giusti tempi fisiologici per una nuova ricostituzione di osso maturo che dovrà ospitare un nuovo impianto. Di certo dovrà continuare ad avere fiducia del vostro amico dentista, e sperare in una nuova riabilitazione implantare a regola d'arte,consapevoli dell'accaduto in quella zona. Cordiali saluti Dr. Tommaso Giancane
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Scritto da Dott. Tommaso Giancane
Noci (BA)

Caro Collega, in questa rubrica ritroviamo stranamente problematiche concernenti gli impianti, la letteratura riporta che sono predicibili con bassissime percentuali d'insuccesso, ma inspiegabilmente qui troviamo altro. Forse era già stato eseguito a regola d’arte; proviamo a chiederci perché è stato utilizzato un impianto corto, forse si voleva rispettare il NAI? Ora cosa facciamo lo spostiamo o tentiamo d'infilarci a fianco con un impianto più lungo senza escludere i rischi di mancata integrazione? Forse in certi casi, dovremmo dire, che l'implantologia a dei limiti, e ritornare al vecchio ponte in ceramica.
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Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Egregio Dottore, le risposte fornite dai Colleghi contengono, in modo esemplare, tutte le risposte ai Vs. dubbi. Consideri inoltre che è necessario: 1)escludere problemi parodontali in atto prima di un eventuale intervento implantare, altrimenti il rischio di un insuccesso è alto; 2)il paziente deve sapere prima di un eventuale intervento che il mantenimento di una corretta igiene orale è pre-requisito indispensabile per il successo e la durata dell'impianto; 3)il paziente è bene che non sia forte fumatore perchè è dimostrato come il fumo possa determinare diversi effetti negativi sulla salute del parodonto e quindi dell'impianto; 4)dopo l'intervento, il mantenimento dell'igiene orale ottimale deve essere effettuata anche a livello professionale, infatti è precauzionalmente opportuno programmare anche dei richiami periodici individualizzati, per verificare assieme al paziente il mantenimento migliore dell’impianto. A questo aggiungerei che, in letteratura, ancora non è disponibile conoscere successi di interventi implantari del 100%: abbiamo risultati molto alti e vicini a questa percentuale, ma non del 100%. Ecco perchè i propri denti sono sempre i migliori impianti! Cordialmente
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Scritto da Dott. Paolo De Carli
Majano (UD)

Gentile collega, rimosso l'impianto andrebbe fatto uno studio in 3D (Dentascan o Conebeam) del sito implantare per capire se ha le caratteristiche per ricevere un nuovo impianto e qundi 3 possibilità: -Sito che tende a guarigione ma che necessita di biorigenerazione semplice (difetto grande ma a 4 pareti, con tempi di attesa -Sito con difetto di una parete che necessita di biorigenerazione più complessa. -Sito che mantiene le caratteristiche per una nuova implantazione, con una procedura pressochè immediata. Ritengo che lo studio e analisi del caso con indagini 3D sia ineludible se si vogliono avere maggiori certezze e predicibilità. Cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Armando Ponzi
Roma (RM)

Se c'è osso in buona quantità, è possibile, nella stessa seduta in cui si rimuoverà l'impianto non integrato, preparare un alloggiamento un pò più largo di diametro (per rimuovere il tessuto fibroso ed esporre nuovo tessuto osseo)e un pò più profondo( anche 2 - 3 mm., per migliorare la stabilità primaria). Altrimenti è meglio togliere l' impianto, curettare e aspettare la guarigione per poi riprogrammare l'inserimento. Non c'è da stupirsi; i problemi succedono sempre con: parenti, amici e colleghi! Cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Paolo Gaetani
Lecce (LE)

Tutta la letteratura scientifica internazionale seria (non sponsorizzata) sta evidenziando che non vi è differenza tra sopravvivenza a lungo termine di impianti corti vs lunghi. Avendo quindi nient'altro che la tua missiva per esprimere un parere, cercherei altrove una motivazione del fallimento, che dopo 30 anni nel comparto dentale, io spesso ancora fatico a trovare. Non credo vi siano problemi a ritentare la strada dell'implantologia, e credo che la fiducia nel tuo dentista non sia in discussione. Giusto e sacrosanto usare come prima alternativa l'impianto, ma se fallisce esistono sempre le alternative. Cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Davide Colla
Seregno (MB)

Gentile collega, i motivi del fallimento possonpo essere molteplici, comunque la soluzione migliore è sicuramente un altro impianto eseguito a distanza dall'estrazione dell'impianto mobile, purtroppo questa e la fortuna dei colleghi cordiali saluti

Scritto da Dott. Stefano Salaris
Roma (RM)