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Domanda di Parodontologia

Risposte pubblicate: 6

Da un paio di anni soffro di sensibilità ai denti

Scritto da luca / Pubblicato il
Da un paio di anni soffro di sensibilità ai denti che curo utilizzando dentifrici specifici, in parte anche dovuta al fatto che le gengive risultano ritirate. Sono sotto controllo dal dentista che per i primi 12-18 mesi non ha mai rilevato nulla di particolare (confronto anche tra panoramiche a 2-3 anni di distanza) e negli ultimi 6-8 mesi si sono manifestate alcune carie (su denti già trattati molti anni fa) e la necrosi del dente superiore vicino al dente del giudizio in maniera del tutto inaspettata e repentina (dopo 2-3 giorni di dolore, sempre più acuto, in concomitanza dei pasti è stato determinato che era completamente morto tanto che la devitalizzazione dei 3 canali è avvenuta senza anestesia tramite rimozione delle radici). Nei 3 mesi successivi ho provato ogni tanto un po' di fastidio in corrispondenza del dente andato in necrosi, ma nulla di che, comunque il dentista teneva sotto controllo anche per via degli altri interventi che avvenivano ogni 3-4 settimane. Una volta è sopraggiunta anche un ascesso gengivale (da tutt'altra parte) curata senza troppi problemi, con terapia antibiotica. Circa 1 mese fa e quando tutto sommato il fastidio (sordo) in corrispondenza del dente andato in necrosi era finalmente cessato, in occasione di una seduta ove veniva fatta igiene orale e lucidatura dei denti in generale anche per gli interventi recenti, nei giorni successivi ho iniziato a provare un dolore eccessivo (molto maggiore rispetto al solito e quasi perenne ogni volta che bevevo o entravo in contatto con aria fredda) in corrispondenza della solita zona ed in particolare del dente vicino a quello devitalizzato (per intenderci arcata superiore, due denti prima del dente del giudizio). Il dentista ha quindi optato per una soluzione più definitiva visto anche il protrarsi della mia sensibilità al freddo (in realtà qs aspetto negli anni si manifestava in varie zone) e del fastidio? sordo? (in realtà qs aspetto più che altro sul dente di fianco). Di fatto ha effettuato un?otturazione (il dente negli anni era già stato otturato) inserendo una pasta particolare su cui non ho avuto troppe spiegazioni. La sensibilità è cessata immediatamente, ma dopo 2 giorni e tutt'ora a circa una settimana ho un fastidio ?sordo? continuo (su qs dente e su quello andato in necrosi) ed un dolore molto più marcato ogni volta che mangio ed in un qualche modo il dente viene toccato. Con AULIN o TACHIPIRINA la situazione migliora. Volevo sapere: è normale? Il dentista, sentito per telefono e non reperibile in qs giorni, sostiene che la pasta sta facendo il suo effetto, esclude un problema gengivale anche se ogni volta che mangio e tocco con la paret sento un dolore ?pulsante? simile a quando era andato in necrosi il famoso dente. Se tocco con un dito, entrambe i denti sono dolenziti. Devo preoccuparmi? Di che pasta potrebbe trattarsi? È normale un effetto collaterale del genere? Grazie. Saluti,
Caro Signor Luca, buongiorno. Dice "in parte anche dovuta al fatto che le gengive risultano ritirate." Questo è il Problema evidentemente o almeno parte di esso. Poi, non capisco, afferma che è tutto a posto e sotto controllo ed è pieno di Carie, denti in necrosi ed ascessi! Incredibile se fosse vero. Per completezza le spiego un po' tutto ciò che posso sulle patologie pulpari (il cosiddetto nervo). Bisogna valutare la Vitalità dei denti e se c'è una iperemia passiva da danno venoso che non è altro che una pulpite, non è reversibile e bisogna procedere alla terapia endodontica, se fosse una iperemia attiva con danno arterioso, la sofferenza pulpare sarebbe reversibile! Le spiego meglio: il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dallo stringere i denti o dal "picchiettarvi sopra" o dagli stimoli termici in questo caso (che si chiama iperemia attiva) il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare, se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti formando la cosiddetta pulpite acuta,o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, formando una pulpite cronica o meglio cronicizzata e le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, se non curata, muoiono ossia vanno in necrosi, come è successo a Lei e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx) intorno all'apice della radice, ossia un granuloma o una cisti e ci può essere un ascesso. Questa Visita deve avvenire nell'ambito di una doppia visita. Ossia, bisogna visitarla clinicamente con due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Si valutano anche le Recessioni Gengivali Presenti che, se sintomatiche e se raggiungessero la linea di giunzione mucogengivale che separa la Gengiva aderente dalla mucosa Alveolare, devono essere curate. Le lascio un Poster di miei interventi a tal proposito. Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Tramite la Visita Clinica e le Rx endorali, oltre a valutare visivamente il parodonto profondo, si valuta la eventuale sofferenza periradicolare o periapicale di tutti i denti. Legga nel mio profilo "Visita Parodontale" che poi non è altro che la Visita Odontoiatrica completa che mia Figlia Claudia ed io facciamo sempre per qualsiasi motivo fosse venuto da noi un paziente! :) Legga anche "Gengivite" e "La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta!" e quanto altro volesse delle numerose pubblicazioni che troverà, tra cui le numerose pubblicazioni sulle Recessioni Gengivali. Come vede affrontare il suo "problema" è meno semplicistico di quanto apparirebbe ad una superficiale e frettolosa valutazione! In bocca al Lupo e Cari Saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Ha dato un pó di informazioni diverse,
la sensibilità in associazione alla retrazione gengivale purtroppo è spesso presente. Se c'è retrazione gengivale significa che l'osso si sta ritirando quindi i denti stanno perdendo supporto parodontale e lei ha la malattia parodontale ( piorrea) la cui diagnosi non si fa con una panoramica che ben poco, dice ma con uno status endorale ( piccole radiografie ) della bocca e un sondaggio parodontale dopo igiene ed eventuale curettaggio
La pasta utilizzata non so cosa possa essere e spero non sia una pasta necrotizzante.
Provi anche a sentire un parere da altro collega.
Cordiali saluti
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Scritto da Centro medico Vesalio Padova
Padova (PD)
Venezia (VE)

Sig. Luca controlli se chi opera su di lei è iscritto all'ordine dei medici se lo trova iscritto, stia alle sue indicazioni...........................

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Buongiorno Luca. Che fatica leggere il suo racconto. Nonostante ciò, se qualcosa ho capito, credo che il suo problema non sia "sensibilità dentale", ma la presenza di patologie dentali (carie e lesioni croniche a carico di almeno un dente) che vanno curate. Se non si fida del dentista che l'ha in cura, ne scelga uno di suo gradimento, ma non commetta l'errore di cercare qua e là sul web la risposta ai suoi problemi. Solo una visita completa e corretta, corredata da radiografie endorali, può consentire di emettere una diagnosi certa. Per correttezza le dirò anche che la sola terapia antibiotica non é sufficiente per risolvere il problema (ascesso) che ha avuto. Il farmaco cura il sintomo, ma non la causa, che va accuratamente ricercata e curata, tramite terapia canalare o terapia parodontale. Auguri.
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Scritto da Dott.ssa Vanessa Ciaschetti
Marostica (VI)

Dal suo racconto emergono una serie di particolari e dettagli non molto chiari, e comunque si deducono diverse problematiche sia parodontali che dentali (lesioni cariose, otturazioni con paste varie e terapie canalari non ben definite). Via web non è possibile darle un effettivo aiuto, l'unica cosa davvero utile che può fare è rivolgersi nuovamente al collega che la sta seguendo e farsi spiegare tutto nel dettaglio.

Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)