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Russamento e apnee notturne

Sono vere e proprie patologie spesso ignorate, ma che vanno affrontate per fornire un'adeguata terapia...

by Dott. Cristoforo Del Deo 23-06-2009 7624 visualizzazioni

Il russamento cronico o roncopatia e la sindrome da apnee notturne (OSAA Obstructive Sleep Apnea Sindrome) sono divenute patologie di attualità clinica e sociale.

 

Clinica perchè, se non diagnosticate nel tempo, possono portare a patologie cardiovascolari, inoltre a causa di una scarsa ossigenazione del sangue si ha una sonnolenza diurna con conseguente calo di concentrazione ed efficienza sul lavoro, aumentato pericolo alla guida (il 5% degli incidenti stradali è dovuto ai colpi di sonno).

 

Sociale perchè oltre i 40 anni la percentuale dei russatori è del 40% tra le donne e del 60% tra gli uomini. Spesso chi ne soffre è in sovrappeso. Inoltre c'è anche da ricordare che un viso dall'aspetto poco sveglio da poco affidamento con ciò che ne consegue nei rapporti interpersonali. Non da ultimo, non rendendosene conto, il russatore rende impossibile il riposo  al proprio partner.

 

L'approccio e tutti gli accertamenti necessari devono essere multidisciplinari per consentire di affrontare le problematiche connesse alle patologie e fornire una terapia appropriata. Inizialmente il paziente sarà visitato dall'otorinolaringoiatra. Seguiranno indagini di fisiopatologia respiratoria e pneumologiche, monitoraggio del sonno, trattamenti dietologici per perdere peso, visite neurologiche per scongiurare apnee di origine centrale, eventuale presenza di reflusso gastro esofageo.

 

Perchè si russa?

 

Per la costrizione delle vie respiratorie: infatti, per la legge di Bernouilli e tubo di Venturi un fluido, che attraversa un tubo, aumenta la sua velocità al decrescere della sezione del tubo stesso. L'aria che viene respirata subisce un'accelerazione che fa collabire i tessuti faringei, soprattutto il palato molle e l'ugola, quindi a vibrare e ad emettere rumore. I fattori principali che favoriscono la costrizione sono: ipertrofia delle tonsille e/o delle adenoidi, congestione nasale, malocclusione (micrognatia o retrognatia), macroglossia, accumulo di tessuto adiposo nella zona faringea. Tutte queste condizioni predispongono al russare ma il principale fattore è l'ipotonia dei muscoli masticatori e della lingua. Il movimento all'indietro della lingua restringe il lume a disposizione al passaggio dell'aria. In più, quando il diaframma si contrae, si crea un vuoto che risucchia ulteriormente la lingua; le vie respiratorie sono ristrette e quel po' di aria che riesce a passare fa vibrare ugola e palato molle innescando il russamento. Quando la lingua fa da “tappo” con la parete posteriore della faringe l'aria, sia nasale che orale, non arriva ai polmoni e si ha l'apnea notturna: il diaframma si contrae con maggior vigore provocando una chiusura ancora più stretta. L'occlusione della faringe dura finchè il biossido di carbonio nel sangue non raggiunge limiti intollerabili a questo punto il paziente si sveglia con una sbuffata rumorosa per respirare e riaddormentarsi subito dopo. Tutto questo può ripetersi anche un centinaio di volte in una notte senza che la persona ne abbia alcun ricordo al risveglio.

 

Che ruolo hanno i dentisti in tutto questo?

 

I primi tentativi di realizzazione di dispositivi orali finalizzati a contrastare le roncopatie e l'apnea notturna sono degli anni 30 dello scorso secolo, quando Esmarch propose l'Esmarch-splint che protrudeva la mandibola stabilizzandola in quella posizione. Successivamente sono stati realizzati altri dispositivi: il MAD (mandibular advancement device) ed il MAA (mandibular advancement appliance). Il dott. Peter T.Gorge nel 1983 ha ideato un apparecchio chiamato NAPA (nocturnal airway patency appliance). Il Silensor invece è un apparecchio di avanzamento mandibolare abbastanza confortevole per il paziente costituito da due placche stampate semirigide. Le placche sono unite da due connettori, uno per lato, fissati da perni posti uno sul canino superiore e l'altro sul primo molare inferiore. La lunghezza dei connettori determina la quantità di protrusione mandibolare e la loro posizione sui denti fa in modo che aprendo la bocca il paziente aumenti la protrusione mandibolare, con la giusta regolazione si trova la posizione più comoda ed efficace.

 

Sostanzialmente tutti i dispositivi sono costruiti per:

 

  • Protrudere la mandibola ed impedire alla lingua di ostruire la faringe durante il sonno
  • Stabilizzare la mandibola, inibire l'apertura della bocca ed evitare alla lingua di cadere all'indietro
  • Aumentare la dimensione verticale con conseguente induzione a livello dell'A.T.M. di un riflesso attivante il muscolo genioglosso che tende a protrarre la lingua.

 

Altri apparecchi lavorano modificando la posizione della lingua ed altri ne finalizzano una ritenzione, altri ancora sollevano il palato molle. In letteratura ed in clinica si è concordi nel giudicare efficaci quei dispositivi che anteriorizzano la mandibola.

Scritto da Dott. Cristoforo Del Deo
Teramo (TE)

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