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Mal di testa? Dolori cervicali? Di corsa dal chirurgo maxillo-facciale

Quanti di voi soffrono di cefalea di cui non si riesce ad attribuire un'origine? Quante volte ci si lamenta di fastidiosi dolori cervicali che insorgono senza un valido motivo?

by Dott. Francesco Sacco 14-06-2008 14536 visualizzazioni

Quanti di voi soffrono di cefalea di cui non si riesce ad attribuire un'origine? Quante volte ci si lamenta di fastidiosi dolori cervicali che insorgono senza un valido motivo? Probabilmente dovete sottoporvi ad un’indagine maxillo-facciale specialistica per controllare la vostra occlusione. Può sembrare strano ma la posizione che assume la mandibola è essenziale per la postura del nostro corpo.

 

Postura: questo termine sempre più spesso è messo in ballo nelle diagnosi di pazienti portatori di sindromi dolorose a carico della colonna vertebrale o ad alcune articolazioni; in pratica la postura è la posizione del nostro corpo nello spazio. Una volta esclusa una genesi organica per le cefalee o per le cervicalgie, è senz’altro importante studiare l’occlusione delle arcate dentarie per evidenziare alterazioni che ne pregiudichino la funzione.

 

La malocclusione dentaria è oggi ben conosciuta e curata, aumenta ogni anno la percentuale dei bambini e adulti che si rivolgo fiduciosi al Chirurgo Maxillo-Facciale per risolvere tutti quei casi di affollamenti dentari, nelle malocclusioni scheletriche, così antiestetici. Questo è molto positivo perché ci aiuta nella prevenzione della patologie dentarie correlate alla errata posizione dei denti. Ma, negli ultimi anni, è emersa sempre più la consapevolezza nel mondo scientifico che le complicanze di una malocclusione trascurata vanno ben al di là della sfera orale, implicando il collo, la schiena, la deambulazione. Un dente “storto” assume una posizione che obbliga la mandibola ad un movimento anomalo nell’apertura e chiusura e ciò si riflette sulla fionda muscolare che la mantiene in equilibrio. Come in un domino, lo squilibrio muscolare creatosi si trasferisce in altre parti del nostro corpo, alcuni pazienti compensano, altri sfociano in patologie dolorose fino all’instaurarsi di una vera e propria Sindrome Algico Disfunzionale (S.A.D.).

 

Questa patologia non è facilmente diagnosticabile, spesso il paziente riferisce anni di cure a base di antinfiammatori, di visite dai più disparati specialisti prima di approdare al Chirurgo Maxillo-Facciale per la cura del caso. Andando ad analizzare la sintomatologia, il paziente può riferire click o scrosci in apertura e chiusura della bocca, fastidi all’articolazione temporo-madibolare anche solo mangiando o parlando, oppure mal di testa frequenti con dolori che si irradiano lungo il collo fino, a volte, alle spalle, inoltre sono presenti contratture dolorose del collo che possono essere molto debilitanti nell’attività lavorativa.

 

Tutto ciò crea anche disagi psicologici in persone che hanno attività quotidiane impegnative, diminuendone la loro efficienza. Tra le cause, che possono determinare uno squilibrio nell’occlusione, dobbiamo anche includere otturazioni non perfettamente modellate o protesi incongrue, ed in questi casi basta una visita da un professionista esperto per inquadrare il problema e risolvere il tutto molto velocemente con gran sollievo del paziente.

 

Nei casi in cui l’alterazione è inveterata, la terapia è articolata su vari “steps” o gradini, generalmente partendo dall’uso di un ”bite”, che è un piccolo apparecchio mobile rieducatore realizzato da laboratori specializzati, che permette un rilassamento muscolare con scomparsa dei principali sintomi dolorosi, e successivamente un ripristino dell’armonia dentale con apparecchi ortodontici ed eventualmente protesici. La terapia del caso è altamente specialistica, pena la recidiva dolorosa, e certamente non deve essere limitata all’uso di un ”bite”, che non è una panacea, ma uno strumento che ci apre le porte per approfondire le nostre conoscenze sul disturbo denunciato dal paziente.

 

Inoltre la diagnosi deve essere supportata oltre che da riscontri clinici, da indagini radiologiche fino ad un’elettromiografia e studio kinesiografico; questi ultimi sono degli esami computerizzati molto complessi che aiutano enormemente a formulare la diagnosi, poiché è necessario che il professionista conosca l’attività elettrica dei muscoli interessati nella masticazione e quindi interpreti il loro ciclo funzionale.

 

Da queste nozioni elementari, fin qui enunciate, appare chiaro come sia fondamentale una terapia personalizzata, proprio perché la patologia presenta innumerevoli sfaccettature, mai come in questa situazione si può affermare che ogni paziente è un universo a sé stante e richiede il massimo scrupolo diagnostico. La durata del trattamento è variabile, ma una volta contattato il professionista bisogna affidarsi con fiducia e seguire le sue indicazioni, poiché e’ importantissima la collaborazione medico-paziente per raggiungere con successo e soddisfazione il risultato programmato.

 

 

( vedi anche IMPIANTI E ZIRCONIO: l'evoluzione della Chirurgia Maxillo-Facciale estetica )

Scritto da Dott. Francesco Sacco
Salerno (SA)

TAG: di corsa dal chirurgo maxillo-facciale