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Domanda di Parodontologia

Risposte pubblicate: 6

Soffro da qualche anno di malattia parodontale

Scritto da Antonio / Pubblicato il
Soffro da qualche anno di malattia parodontale (33 anni). Ho consultato molti specialisti e tutti mi hanno presentato cure e soluzione per il mantenimento dello status quo della malattia specificando che si tratta di una patologia cronica. Qualche giorno fa una mia cara amica che conosce il mio problema mi manda una mail su una nuova terapia con un approccio di tipo non chirurgico definito MICRODENTISTRY (odontostomatologia microinvasiva con ausilio del microscopio operatorio e del laser,). Chiedo ai professionisti del settore iscritti al portale se hanno sentito parlare di questo nuovo approccio medico per la cura delle patologie parodontali e se può essere utile per la cura delle stesse. Cordiali saluti.
Caro Signor Antonio... la Parodontite = malattia parodontale non si cura mantenendo lo status quo con l'erratissima convinzione che sia una malattia cronica e che quindi non ci sia altro da fare...ma è stato visto da Parodontologi o da Dentisti Generici...La Parodontite si DEVE e si può curare ...si può ricostruire ciò che la malattia ha distrutto...gengive ed osso...immobilizzare i denti mobili...eliminare le tasche parodontali etc...ci mancherebbe altrio...è 32 anni che mi occupo di questa meravigliosa specialità chirurgica che è la Parodontologia...legga i miei articoli su questo portale di cui le lascio i link...e poi le dico qualche altra cosa...LA PIORREA...QUESTA SCONOSCIUTA!  ... VISITA PARODONTALE..che le fa capire da come è stata fatta la visita se chi l'ha visitata è un Parodontologo o no...certamente no se si preoccupa di mantenere lo status quo anziche procedere alla terapia rigenerativa parodontale e riabilitativa parodontale ed orale...AGGIUNGO POI...ECCO LA SPIEGAZIONE PROMESSA : “ Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l’osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all’osso e l’Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di “Piorrea” dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando “questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama “Tasca Parodontale”. In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo “granuleggiare” un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto “anarchico”. Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà!. Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! IL Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d’ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all’ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto bene abbassa la carica batterica dell’95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per “guarire” ma anche per l’organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza “in cavità dell’organismo comunicanti con l’esterno”, in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a di stanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un articolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." Si inizia quindi con una: PREPARAZIONE INIZIALE PARODONTALE · Ablazione Tartaro con Ultrasuoni o altre metodiche previa copertura antibiotica per ovvi motivi di Poussès di microbi. · Curettage e Scaling Con tutto ciò che abbiamo rilevato e studiato nella PREPARAZIONE INIZIALE PARODONTALE, si rivaluta ora la “bocca” con gengive certamente non più in Infiammazione Acuta, con le Tasche private del tessuto di granulazione interno che ne falsava la giusta presa delle misure e procediamo ad una visita totale Parodontale come nella Prima visita con la ripresa delle misure delle tasche parodontali, lo studio dei modelli montati su articolatore, lo studio delle radiografie comparando il tutto con lo studio dell’apparato stomatognatico del paziente. In questa sede si procederà anche alla pianificazione della eliminazione di tutto ciò che di irrazionale è in bocca ( restauri conservativi e protesici irrazionali, necessità di immobilizzazione temporanea o definitiva di denti con mobilità superiore al 1°, pianificazione della risoluzione di eventuali disgrazie (per le quali si segnerà una ulteriore serie di Visite anche per lo studio Cefalometrico), pianificazione di tutta la conservativa, endodonzia, chirurgia orale, Gengiviti e solo alla fine si pianificherà la “parte di riabilitazione Chirurgica Parodontale! Arriveremo così ad una diagnosi esatta, ad emettere una Prognosi, ed infine ad un ulteriore colloquio col paziente che sarà reso edotto su tutti i suoi problemi (sottolineando complicazioni, tempi, possibilità di recidive etc.). ...per il bruxismo...è un problema Gnatologico di cattiva occlusione...che non è Parodontite ma ad essa può essere legato...si risolve risolvendo i problemi parodontali ed occlusali insieme!...Cordialmente Gustavo Petti Parodontologo in Cagliari
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Sig. Antonio, i migliori risultati, soprattutto duraturi, in parodontologia si ottengono con la motivazione del paziente, che è l'unico che può mantenere, sano il parodonto quotidianamente, senza questa base, tutte le tecniche compresa quella da lei descritta, possono portare a risultati solo temporanei, ricordiamoci che se non c'è presenza di placca la malattia non progredisce. Più che ricercare nuove tecniche, le consiglio di ricercare uno studio, che abbia un buon igienista dentale abilitato, afferrato nella materia.
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Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Nella terminologia pura la Microdentistry si riferisce alla riabilitazione conservativa del dente (generalmente carie); è stata estesa poi in altri campi come la chirurgia endodontica, ma sinceramente in parodontologia non mi risulta (si utilizza il microscopio operatorio in chirurgia muco-gengivale come ausilio nell'utilizzo di fili di sutura sempre più vicini alla chirurgia oculare (mah!)). Si affidi ad un collega esperto in parodontologia (quelli da Lei sentiti non lo sembrano) e vedrà che il suo caso si risolverà, data anche la giovane età. La saluto cordialmente
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Scritto da Dott. Giuseppe Oscar Muraca
Amantea (CS)

Sono estremamente d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto, anche se quella di Gustavo stavolta non sono riuscito a leggerla perchè non ce l'ho fatta, lunga com'è.. É giusto quello che dice Diego: quello che ciascuno di NOI può fare per SE stesso per la salute delle gengive e dei tessuti di sostegno del dente, NESSUNO può farlo al suo posto. Igiene paranoica. Nel modo giusto, con la tecnica giusta. Tenendo presente che il filo fa il 50% del lavoro, e quindi se non lo usiamo, abbiamo omesso la metà di quello che nessun altro poteva fare al nostro posto.. E mi fa impazzire quando un collega come Oscar spara quello che sente dentro di se, quando dice degli specialisti in parodontologia: non sono in grado di dire la mia, perchè non è il mio campo, ma ammiro molto la decisione ed il coraggio di dare un parere netto..
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Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Il consiglio che le posso dare è quello di non cercare la via più facile e breve per risolvere il suo caso. Tutto il resto le è stato spiegato dai colleghi che mi hanno preceduto

Scritto da Dott. Marco Dettori
Sassari (SS)

La terapia parodontale prevede una serie di indagini diagnostiche preliminari utili per valutare lo stato di distruzione ossea e gengivale e successivamente si applicano i protocolli di igiene e di controllo della placca batterica sia ambulatorialemente e SOPRATTUTTO a domicilio dal paziente stesso. Solo con un controllo totale dell'agente causale (placca batterica) è possibile procedere alle terapie successive che possono variare a secondo della situazione clinica. La terapia che Lei ha chiamato microdentistry si può tradurre come terapia parodontale minimamente invasiva e può essere eseguita con il laser là dove non necessita una terapia rigenerativa del tessuto osseo. Il laser asporta i tessuti patologici e le concrezioni di tartaro e cemento infetti e sterilizza l'area su cui lavora. Può essere una alternativa alla classica terapia parodontale ove esista l'indicazione corretta. Cordiali saluti
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Scritto da Dott. Michele Paradiso
Nichelino (TO)