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Domanda di Implantologia

Risposte pubblicate: 8

Tecnica del rialzo di seno mascellare

Scritto da silvia / Pubblicato il
Gent.mi Dottori, il chirurgo che mi ha operata mi ha detto che i rialzi di seno mascellari (grande rialzo) sono interventi che sono "partiti" da 15 anni, in quanto prima non si sapevano i risultati. E' una informazione giusta? Come è possibile, allora, che abbia letto che sono ancora "in fase sperimentale"?
Cara Silvia, la tecnica fu proposta nel 1975 da Tatum, modificando una tecnica di Chirurgia Otorinolaringoiatrica e inserendo osso costale; solo nel 1980 Boyne e James riferiscono di 14 casi di innesto autologo (cresta iliaca) con contemporanea inserzione di impianti a lama. Branemark nel 1984 riporta di 139 impianti penetranti nel seno mascellare e nelle cavità nasali con un follow up da 2 a 10 anni. Nel 1986, Smiler ed Holmes propongono una tecnica che prevede l'uso di idrossiapatite non riassorbibile come innesto. Diversi da allora sono gli innesti utilizzati: materiale autologo, omologo, eterologo o alloplastico. Nel 1987 Misch propone una classificazione per i mascellari atrofici che tiene anche conto della soluzione terapeutica, così come la classificazione più recente proposta da Favero e Branemark nel 1994; quest'ultima si occupa non solo del mascellare posteriore ma delle atrofie dell'arcata superiore in toto. Sappiamo anche che gli impianti inseriti nel seno mascellare ottengono l’osteointegrazione a livello di microscopia ottica ,in maniera simile a quella che si ottiene nell’osso ospite naturale . L’obiettivo della procedura di rialzo del seno è la creazione di osso vitale per ottenere la successiva osteointegrazione degli impianti. Con questo obiettivo sono apparsi in letteratura vari lavori sull’argomento. Numerosi materiali sono stati proposti per il riempimento del seno mascellare anche se il “gold standard” rimane l’osso autologo prelevato da sedi intra ed extra orali a seconda delle necessità cliniche, o una sua miscela al 50% con osso deproteinizzato e deidratato eterologo( di origine animale ) Il posizionamento immediato degli impianti viene riservato ai casi in cui una sufficiente quantità di osso residuo permette di ottenere la stabilità iniziale ( almeno 4mm di osso presente ), altrimenti prima viene eseguito il rialzo e poi dopo un adeguato periodo , il posizionamento degli impianti. Come vede NON è certo una tecnica nata ieri!!!! In mani chirurgiche allenate , sensibili, e con l'utilizzo di ausili particolari per effettuare l'accesso al seno mascellare il meno invasivo possibile,( utilizzo di strumenti piezoelettrici invece che strumenti rotanti ) è una tecnica altamente predicibile dove gli impianti inseriti hanno il medesimo indice di successo rispetto agli impianti posizionai in osso "normale". Cordialmente Giuseppe Lazzari
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Scritto da Dott. Giuseppe Lazzari
Cernusco sul Naviglio (MI)

Concordo... è una tecnica che, ben eseguita, da grandi percentuali di successo. Solo di poco inferiori alle percentuali di successo di impianti posizionati in osso nativo. Tra le tecniche più predicibili, non prevede nemmeno particolare fastidio post-operatorio. Ovviamente, per ragioni di conservatività e di mini invasività, se è possibile posizionare impianti evitando il grande rialzo, è giusto farlo. Forse è questo che intendeva il collega! Buona giornata
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Scritto da Dott. Alessio Bosco
Sanremo (IM)

Gentile signora la tecnica del rialzo di seno mascellare (come chi mi ha preceduto le ha già detto) è una tecnica oggi molto affidabile con percentuali di successo pubblicate in leteratura oscillanti ra il 63 e l'80%. Ciò che importa è che esegue la procedura sia un esperto chirurgo. Il limite di questa tecnica è che richiede tempi molto lunghi per arrivare alla realizzazione della protesi (tra i 6 ed i 12 mesi). Oggi esiste una tecnica alternativa meno invasiva che le consente di montare una protesi provvisoria fissa in tempi molto più rapidi (24-48 ore) mediante l'applicazione degli impianti zigomatici con un solo intervento chirurgico. La cosa più interessante è che le probabilità di successo pubblicate in letteratura sono molto più alte. Oscillano infatti tra il 98 ed il 100%. Spero di esserle stato utile cordialmente
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Scritto da Dott. Alvise Cappello
Padova (PD)

Più che sperimentale la definirei una tecnica che si è molto evoluta arrivando ad una maggiore acquiescenza da parte del paziente e di predicibilità da parte dell'operatore.

Scritto da Dott. Cristoforo Del Deo
Teramo (TE)

Cara Signora Silvia...la dotta spiegazione del collega Dr.Giuseppe Lazzari... dice tutto e non posso che confermare in pieno accordo...precisando che le sedi di prelievo dell'osso autologo (ossia prelevato dallo stesso paziente)...sono la Cresta Iliaca ed il Mento...le lascio una foto di una parte di un mio intervento sul mento fatto per questo scopo...Cordialmente Gustavo Petti Parodontologo in Cagliari
Mento B.jpg

Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

L'intervento di grande rialzo del seno mascellare è ormai entrato QUASI nella routine.come tutte le terapie va eseguito da mani esperte.da qualche anno si usa la chirurgia piezoelettrica che non è determinante in quanto grandi professionisti usano, con successo, la tecnica tradizionale. se l'intervento è stato eseguito bene le percentuali di successo sono elevatissime. Saluti

Scritto da Dott. Marco Dettori
Sassari (SS)

Sig.ra Silvia, il dott. Lazzari le ha dato una sapiente scientifica risposta, poi può ritrovare scritto di tutto ma senza scientificità.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Gentile sig.ra Silvia, altro che fase sperimentale! L'osso di provenienza umana da siti donatori (cresta iliaca e mento) sono soggetti a un marcato riassorbimento che può arrivare anche al 50%. Alcuni chirurghi sono tuttavia ancora affezionati a questa tecnica, la più vecchia e collaudata. Il sito che sembra che esponga meno al riassorbimento è quello del prelievo dalla calvaria (osso della volta cranica). Oggi si tende sempre di più ad utilizzare materiali di riempimento sintetici, soprattutto fosfato tricalcico, copolimero, idrossiapatite, che hanno la mera funzione di mantenitore di spazio: l'osso ricrescerà a partire dalla membrana dello Sneider sollevata e dall'osso circostante il seno mascellare. L'inconveniente maggiore rispetto al prelievo di osso autologo è l'allungamento del tempo necessario prima di poter procedere alla funzionalizzazione: 6-12 mesi contro 3 mesi circa. Si tende ad evitare sempre di più, nonostante le buone performance cliniche, i materiali di origine animale, a causa delle possibili infezioni da prioni conosciute e sconosciute ad oggi; il riferimento è quello della "mucca pazza".
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Scritto da Dott. Sergio Formentelli
Cuneo (CN)