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Domanda di Gnatologia

Risposte pubblicate: 8

Ho 34 anni e presento un morso profondo.

Scritto da lisa / Pubblicato il
Buongiorno. Mi rivolgo a voi per avere qualche parere sulla mia situazione, ovviamente non pretendo di avere diagnosi! Ho 34 anni e presento un morso profondo. Da un anno e mezzo sento dolore quasi costante al lato sx del viso, in particolare ai muscoli della mandibola con riflesso di dolore sui DENTI dell'emiarcata inferiore sx, alla guancia, allo zigomo. Purtroppo all'inizio questa sintomatologia è stata scambiata per un problema di denti e per un anno mi sono state fatte cure odontoiatriche probabilmente inutili (devitalizzazioni, ritrattarmenti ecc) che mi hanno solo peggiorato i sintomi. Poi circa 6 mesi fa, dopo un blocco all'articolazione temporo-mandibolare, mi sono rivolta a un dentista gnatologo della mia zona, che dopo diverse indagini (rx, elettromiografia, kinesiografia ecc) ha progettato un bite inferiore da portare inizialmente h24 per togliere la tensione muscolare e il dolore. Parallelamente sono in trattamento osteopatico. Con il bite la mia bocca in poco tempo si è riaperta completamente e la sintomatologia è scomparsa. Per poi ritornare circa un mese fa. A questo punto rifatte le indagini gnatologiche il dentista ha visto che ho cambiato posizione (scusate il termine non tecnico) e mi ha suggerito di procedere così: mettere dei rialzi occlusali per qualche mese, fino alla scomparsa della sintomatologia (il bite dovrebbe modificarlo e diventerebbe troppo alto e noioso da portare), e poi iniziare una terapia con apparecchio fisso per sistemare il morso. Io, essendo sfinita da questi dolori, vorrei mettere subito l'apparecchio fisso per risolvere il problema alla radice, anche perchè temo che i rialzi possano darmi ulteriore fastidio, ma per lui sarebbe rischioso metterlo ora in una fase acuta del dolore. Secondo voi è effettivamente un rischio mettere l'apparecchio fisso in fase di dolore? Poi vi volevo chiedere se anche secondo voi lo stato emotivo di ansia possa incidere negativamente sulla sintomatologia, perchè se esiste una reale relazione tra stato emotivo e tensione dei muscoli masticatori potrei pensare anche ad un supporto di tipo psicologico...questo dolore mi sta davvero limitando molto e mi crea stati di ansia e umore molto negativo. Grazie fin d'ora per i vostri commenti.
Cara Signora Lisa, mi dispiace di non poterle essere utile ma non si può rispondere alle sue domande senza aver fatto prima una visita clinica sia Ortodontica con ceck up e cefalometria, sia Gnatologica . Sarei curioso di sapere se questo Gnatologo ha già fatto la registrazione con arco facciale della posizione spaziale delle sue arcate rispetto alla base cranica e se ha misurato il movimento di bennet tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente!Il movimento di lateralità è bene studiarlo anche clinicamente con la palpazione perché è determinato dalla contrazione dello pterigoideo esterno del lato opposto a quello verso cui si sposta la mandibola. Un dolore durante questa palpazione indica una contrattura del muscolo e quindi la presenza di una patologia articolare. Palpazione che va fatta non solo in lateralità ma anche in apertura.Solo così si può arrivare ad una corretta DIAGNOSI che porta poi ad una terapia. Perchè se non fosse stato fatto questo, mi domando come possa aver deciso di fare rialzi articolari e modellarli! A questi rialzi ci si sarebbe dovuti arrivare non solo analizzando i modelli con arco facciale di trasferimento e montati su un articolatore a valore semiindividuale o addirittura individuale (rari), ma anche costruendo con l'arco facciale e questo articolatore, un bite terapeutico-diagnostico che avesse la funzione Il bite in sostanza serve invece per far dimenticare al cervello la posizione attuale e farlo diventare una "tabula rasa" per ricercare la sua originale posizione ed arrivare così alla terapia vera e propria che può essere con semplice ma fine e complesso allo stesso tempo molaggio selettivo, protesi od ortodonzia a seconda della situazione clinica. La placca di riposizionamento fondamentalmente serve per ricercare una posizione terapeutica con corretta dimensione verticale, equilibrio della funzione muscolare dei due lati della faccia e cambiamento della posizione dei condili e dei menischi delle ATM. Ovvio che prima bisogna fare una diagnosi accurata sul fatto che si tratti di una patologia ascendente o discendente, ma questo è ovvio ed ogni Gnatologo lo sa. Ovvio ancora che placche di riposizionamento e bite vengano costruite per quel paziente e con studio su articolatore a valore medio, almeno, o meglio individuale. Tutto questo poi deve essere completato come già detto all'inizio,da un ceck up ortodontico completo e da una analisi cefalometrica di angoli e piani reperiti su una teleradiografia con riferimento anche a foto del profilo e di fronte! Se tutto questo fosse stato fatto, sarebbe importante saperlo! Ripeto c'è Gnatologo e Gnatologo!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Gentile Sig.ra Lisa, purtroppo non è possibile giudicare se la terapia intrapresa è giusta senza conoscere a fondo il caso. Posso solo convenire che non è corretto applicare l' apparecchio fisso senza che la sintomatologia dolorosa sia regredita. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Gentile sig.ra Lisaa, mi sembra che il collega gnatologo stia procedendo correttamente , non perda la pazienza e vedrà che dopo che l'apparecchio fisso avrà modificato l'apertura del morso, starà meglio di prima. Ovviamente ci vuole tempo. E' bene quindi mettere l'apparecchio dopo aver rialzato il morso, non in fase acuta. Auguri

Scritto da Dott.ssa Maria Grazia Di Palermo
Carini (PA)

La parte ansia- stress è davvero determinante su tutto ciò che lei descrive. E si innesta poi purtroppo un circolo vizioso.. Consiglierei, oltre tutto ciò che dicono i colleghi che mi hanno preceduto, di trovare uno gnatologo-funzionalista (possibilmente della stessa scuola che ho frequentato io). Abbiamo risolto molti casi con un apparecchio che si chiama PCF e che influenza non solo i denti ma tutto il sistema neuromuscolare con buoni miglioramenti. Va portato di notte e non è troppo scomodo. Però detto così può sembrare troppo facile. Bisogna vedere tutta la situazione..
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Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Cara signora Lisa, il suo curante ha certamente utilizzato un mezzo diagnostico all'avanguardia ma una apparecchiatura, se pur sofisticata, abbisogna di un operatore dotato di esperienza e capacità. Nella mia trentennale esperienza gnatologica, utilizzando tali metodiche, non intravedo situazioni in cui si debba procedere a rialzi masticatori insostenibili per il paziente. D'altronde è inevitabile che lei abbia "cambiato la posizione" perché ciò avviene costantemente durante la terapia condotta con il corretto protocollo. Non affronti alcun trattamento ortodontico senza aver avuto una completa e duratura remissione dei sintomi da lei dichiarati, sarebbe un pericolosissimo salto nel buio. Occorre chiarire correttamente l'iter terapeutico che sta' seguendo e attenersi ad un protocollo collaudato scientificamente e praticamente da molti anni. Ciò non mi sembra che stia avvenendo. Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti . Cordialmente Michele Lasagna
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Scritto da Dott. Michele Lasagna
Bereguardo (PV)

Sig. Lisa, la peggior cosa che può fare un paziente è interferire su delle cure corrette senza la minima conoscenza della materia.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Gentile Signora Lisa, non credo che lo psicologo possa migliorarle lo stato ansioso se questo dipende dalla sua patologia malocclusiva. Comunque ne parli col dentista-gnatologo che la tiene in cura e segua i suoi consigli, senza pretendere di accelerare le terapie in modo inappropriato. Sarà il suo Curante a dirle quando passare alla fase di ortodonzia con l'apparecchio fisso! Cordiali saluti.

Scritto da Dott. Angelo De Fazio
Casalnuovo di Napoli (NA)

Gentile paziente, lo stato di tensione psichica incide notevolmente nelle disfunzioni dell'apparato stomatognatico. Consideri che una malocclusione con morso profondo è di frequente riscontro in soggetti senza alcun segno o sintomo di disfunzione temporo-mandibolare e, di converso, si verificano - in soggetti con un'occlusione apparentemente perfetta- quadri disfunzionali talvolta di notevole intensità. Si affidi ad un collega specialista in ortognatodonzia con esperienza in campo gnatologico. Con distinta cordialità Prof. dott. Russo Ciro Odontoiatra Specialista in Ortognatodonzia.
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Scritto da Prof. Ciro Russo
Frattamaggiore (NA)