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Domanda di Diastema

Risposte pubblicate: 10

Ho una malocclusione di seconda classe e un diastema nei denti superiori

Scritto da Alessia / Pubblicato il
I miei problemi sono una malocclusione di seconda classe e un diastema nei denti superiori. Per circa 5 anni (dagli 11 ai 16) ho portato un apparecchio mobile per correggere entrambi i difetti, ma purtroppo non sono arrivata ad alcun risultato. Infatti dopo 6 anni la situazione è regredita, se non peggiorata ulteriormente. Mi hanno spiegato che le alternative, alla mia età già matura, sono due: la chirurgia o gli apparecchi fissi del prof. Sato. Poiché l'idea di sottopormi ad un'operazione non mi entusiasma particolarmente, mi piacerebbe saperne di più sulla tecnica Sato, che subito mi è sembrata convincente, ma sono venuta poi a sapere che può avere degli effetti indesiderati non indifferenti, come cervicalgia (di cui nell'ultimo periodo ho sofferto molto). Vorrei sapere qualche informazione in più sulla tecnica Sato, cosa ne pensate, e se ritenete ci siano altre possibilità per risolvere il mio problema. Grazie
Infatti, cervicalgia e altri disturbi cranio mandibolari. La sua situazione dipende sicuramente da una funzione linguale errata. Se c'è un tipo di apparecchi che può risolvere (qualora sia ancora possibile) questa situazione, sono gli apparecchi funzionali, la cui patria (uno dei centri universitari e di ricerca di maggiore studio di questi problemi) è proprio la sua città, Torino. Se le interessa questa opinione, può scrivermi in privato che le dò i recapiti cui si può rivolgere per una visita ed un parere..
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Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Cara Signora Alessia, raccomandandole di prendere in alta considerazione quanto le dice il Dottor Passaretti, grande esperto in materia, le suggerirei, prima di fare delle considerazioni di contattare l'Università di Vienna dove il Professor Sadao Sato insegna e al Kanagawa Dental College, in Giappone, dove esiste la Scuola Fondata Da Sadao Sato, Università in cui si è Laureato nei primi anni settanta. Legga poi per non ripetermi ed annoiate tutti, pazienti e colleghi la risposta data quattro risposte fa e datata 10.11.13 alla Signora Serena, intitolata "Ho problema di seconda classe"! La considerazione è semplicemente questa: come può essere che Lei, così giovane e "ignorante in materia" si sia "innamorata" di una Tecnica ben precisa come quella dell’arco multi-loop del Prof. Sadao Sato. Tra parentesi la cosiddetta Tecnica di Sato è frutto anche del Prof. Slavicek con cui Sato ha collaborato! Non è concepibile che Lei chieda informazioni su una data Tecnica terapeutica, volendola applicare a se stessa! E' solo l'Ortodontista che sceglie la Tecnica più idonea per Lei e per la terapia che porti ad un risultato di ritrovata salute! La rimando per la risposta alla lettura di quanto ho scritto alla Signora Serena, come detto sopra. Scriva pure all'Università di Vienna, di Krems e di Kanagawa, le principali in cui si Studia e si applica questa Tecnica che ama tanto, chissà poi con quale criterio di giudizio da parte sua, essendo, come detto "Ignorante in materia", nel senso di chi ignora una data cosa perchè non può averne cultura non essendo Odontoiatra ed in particolare Ortodontista e Gnatologo!!! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Estetica Dentale e del Sorriso e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Gentile Sig. Alessia, più che una tecnica la definirei una filosofia nel trattare le malocclusioni. Ora se può servirle nel suo caso si può discutere solo dopo aver esaminato i tracciati. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Ci sono parecchie “filosofie di pensiero” riguardo il disordine temporomandibolare che spesso entrano in forte contrapposizione tra di loro. Studi che confrontano i risultati terapeutici ottenuti seguendo una terapia piuttosto che un’altra sono pochissimi. È importante quindi vedere cosa c’è di condiviso nella letteratura scientifica mondiale per curare il dolore, primo passo per recuperare una corretta masticazione, che spesso richiede di allungare i denti. L’articolo http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9151272 ha un’importanza fondamentale perché riassume i concetti pubblicati nel 1993 e nel 1996 all'Accademia Americana di linee guida dolore oro-facciale. Il paziente ha il diritto di conoscerle. 1. Si sa poco sui disturbi temporomandibolari e la maggior parte dei metodi di trattamento usati si equivale. In altre parole approcci e trattamenti diversi sono riportati ugualmente efficaci, affermare che la propria metodica è corretta e le altre sbagliate sono cosa non condivisa dalla letteratura scientifica mondiale. 2. È stato convalidato nella terapia delle TMD un approccio conservativo e non invasivo. La maggioranza dei pazienti disordine temporo mandibolari ottiene sollievo dei sintomi con una buona terapia non invasiva reversibile. 3. L'accento è posto su un modello medico multidisciplinare simile a quelli utilizzati per altre patologie muscolo-scheletriche che coinvolgono il paziente nella gestione fisica e comportamentale del suo problema. Approccio conservativo e non invasivo, in pazienti con dolore non toccate i denti, è pericoloso farlo e le linee guida internazionali lo sconsigliano. Niente chirurgia, protesi ed ortodonzia finché è presente dolore. Modello medico multidisciplinare simile a quelli utilizzati per altre patologie, quindi talvolta ci si può aiutare con farmaci, ma soprattutto associare terapia fisica al bite. Ci sono molti metodi per farlo, alcuni manuali, altri facilitati da “attrezzi da ginnastica” come il therabite, dispositivo americano in plastica. Naturalmente preferisco lo “spring device”, perché si tratta di dispositivo da me ideato, che offre diversi vantaggi tra cui la semplicità e la durata nel tempo. Saluti daniele.tonlorenzi@libero.it
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Scritto da Dott. Daniele Tonlorenzi
Carrara (MS)

Sig. Alessia, se non vuole altre recidive, non si deve scendere a compromessi, occorre diagnosi certa supportata da esami diagnostici, poi se è chirurgica non la risolve al 100% la tecnica da lei citata e di conseguenza un'altra recidiva.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

O è un caso chirurgico o non lo è, se è un caso chirurgico ( ci sono determinati parametri per stabilirlo) si può risolvere solo con la chirurgia, non esistono tecniche miracolose, ma si possono solo ottenere dei compromessi, qualsiasi tecnica applichiamo.quindi la scelta è sua, si accontenta di una via di mezzo, pur di non fare chirurgia, o vuole risolvere completamente il caso??

Scritto da Dott. Gianluca Pucci
Roma (RM)

Cara Alessia, le seconde classi rappresentano le forme disgnatiche più attive nel determinismo di tutte quelle forme cliniche legate ad alterazioni del rapporto cranio mandibolare. Infatti molto spesso i trattamenti ortodontici convenzionali esitano in pesanti insuccessi sia sotto il profilo delle recidiva che nella insorgenza di sintomatologia legata alla malocclusione (vedi anche la metodica da lei citata) ed in particolare disfunzioni della articolazione temporomandibolare e forme spasmo muscolari foriere di algie, anche molto gravi della testa e del collo. La risoluzione dei casi come il suo non può che passare attraverso una interpretazione neuromuscolare, ottenuta attraverso specifici test diagnostici computerizzati in grado di fornire una adatta posizione spaziale mandibolare fondamentale nella successiva progettazione ortodontica. Tutto il resto sono solamente delle ipotesi squisitamente personali. Michele Lasagna
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Scritto da Dott. Michele Lasagna
Bereguardo (PV)

La tecnica M.E.A.W. del prof Sato è UNA delle tecniche - eccellente- per il riposizionamento corretto della mandibola. Ma ce ne sono altre, altrettanto valide. Ciò che conta è la DIAGNOSI corretta. Se lei -come ipotizza sapientemente il dr. Passaretti- ha una disfunzione linguale e non viene diagnosticata, può sottoporsi al trattamento di riposizionamento mandibolare seguendo la migliore tecnica del mondo, ma se la muscolatura continuerà a funzionare male non otterrà alcun risultato stabile
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Scritto da Dott. Lorenzo Alberti
Roma (RM)

Correggere una 2a classe con solo apparecchi mobili, non la vedo possibile. La tecnica di Sato è eccelente ma non miracolistica e bisogna averne dimestichezza (La possiede la dottoressa Monica Casadei di Bologna) A Torino mi rivolgerei dal dottor Garino, ottimo ortodontista, che le risolverebbe il problema con grande perizia. Cordialmente

Scritto da Dott. Edmondo Spagnoli
Lecco (LC)

La filosofia Sato è l'unico percorso che conosco per riabilitare i pazienti disfunzionali, nasce proprio con queste motivazioni. Quindi non può che risolvere i suoi problemi, premesso che siano causati dal suo organo masticatorio. Il DR Dario D'Alessio a Bruino (To) è il professionista che può aiutarla più vicino a lei

Scritto da Dott. Andrea Nuzzoli
Lecce (LE)