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Domanda di Chirurgia

Risposte pubblicate: 5

A Novembre scorso ho fatto un'apicectomia

Scritto da Veronica / Pubblicato il
Salve dottori, vorrei porvi gentilmente il mio quesito: a novembre scorso ho fatto un'apicectomia (retrograda) sul primo premolare dell'arcata destra a causa della presenza di 2 granulomi che mi causavano dolori allucinanti. Dopo l'intervento, non ho più avuto alcun dolore fino a circa 20 giorni fa...quando ho accusato, al dente in questione e al premolare vicino, in crescendo, un dolore forte, sordo e continuo, che mi aumentava da stesa e che è durato diversi giorni. Con gli antidolorifici non passava affatto...e allora sono corsa dal mio dentista, il quale, battendo sui denti in questione, si è accorto che il dolore non proveniva dal dente che aveva subito l'apicectomia, ma dal premolare accanto, un dente apparentemente sano.. In effetti, con la percussione, il dente curato mi dava solo fastidio, ma quello accanto proprio dolore forte.. Mi ha fatto una rx per avere un quadro dettagliato della situazione e ha visto che in effetti il dente dolorante era ed è perfettamnte sano, e così anche quelli a seguire..fino all'ottavo..non è presente carie su alcuno..ed ha anche constatato che il forellino nell'osso (fatto in seguito all'apicectomia) presentava già delle trabecole ossee in formazione..e che sulla radice non c'era alcun segno di recidiva..anzi..tutto procedeva bene.. Ha così ipotizzato che i batteri abbiano causato infiammazione del nervo del premolare che mi doleva, pur essendo esso sano... Nel senso che il forellino, in quanto tale, può essere comunque passaggio di batteri..magari provenienti anche dai denti accanto (sul settimo dente ho un pò di placca che da prima che mi tornasse il dolore mi aveva causato gonfiore e rossore gengivale) e che quindi finchè non si chiude del tutto il forellino, potrei andar incontro a dolori simili su quel dente a causa della presenza di una ferita che deve riemarginarsi e di batteri che sono sempre in agguato e che entrano sl livello della radice anche attraverso le gengive... Mi ha prescritto l'antibiotico..ed in effetti il dolore...seppure con lentezza..mi è poi passato completamente...calmandosi a partire dal 4° giorno di antibiotico.. Voi cosa ne pensate? Attualmente mi capita a volte di sentire un leggerissimo fastidio a quel dente (quei due denti, anzi, primo e secondo premolare)..e la mia paura è che si possa ripresentare di nuovo il dolore..e in effetti il mio dentista mi ha avvisato di questo..dicendomi che appena avrò sentore di dolore, dovrò prendere l'antibiotico..

Cara Signora Veronica, buongiorno. La conclusione sarebbe quindi " appena avrò sentore di dolore, dovrò prendere l'antibiotico"! Mi lascia veramente "basito"! Non parla di una delle valutazioni più importanti che si sarebbero dovute fare per emettere una Diagnosi Differenziale: le prove termiche! Ora o lei se ne è dimenticata e non lo ha detto o non sono state fatte! Se fossero state fatte lei le ricorderebbe perché queste prove creano sintomi di risposta, se non sul dente "in causa che potrebbe essere in necrosi e quindi non rispondere sintomatologicamente", avrebbe avuto però sintomi sui denti viciniori e su quelle di prova del test della soglia del dolore che in ognuno di noi è personale! Le prove termiche al Freddo ed al Caldo sono stimoli che servono per diagnosticare la presenza di una iperemia passiva da danno venoso che non è altro che una pulpite, non è reversibile e bisogna procedere alla terapia endodontica, o di una iperemia attiva con danno arterioso, la sofferenza pulpare sarebbe reversibile! Se il dente fosse positivamente normale allo stimolo freddo, bisogna portare su esso uno stimolo caldo per valutare la presenza di una sintomatologia radicolare della polpa o una Necrosi! Le spiego meglio: il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dallo stringere i denti o dal "picchiettarvi sopra" o dagli stimoli termici in questo caso (che si chiama iperemia attiva) il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare, se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti formando la cosiddetta pulpite acuta o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, formando una pulpite cronica o meglio cronicizzata e le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, se non curata, muoiono ossia vanno in necrosi e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx) intorno all'apice della radice, ossia un granuloma, cisti. Poi una visita Gnatologica e conservativo-endodontica accurata ed una visita Parodontale e una visita o almeno una anamnesi ed una semeiologia sistemica e stia certa che si arriva ad una diagnosi. Tenga inoltre presente che la visita Odontoiatrica deve essere totale. Legga, ripeto, nel mio Profilo "Visita Parodontale" che poi è la Visita Odontoiatrica che io Parodontologo ma anche Odontoiatra ed anche Medico faccio sempre, così come mia figlia Claudia, per qualsiasi motivo un paziente venga da noi! Tutto qui! Per venire alla sua ultima domanda, così come non è possibile pianificare una corretta terapia senza avere fatto prima una adeguata Diagnosi, così non posso rispondere alla sua domanda senza averla visitata Clinicamente! Però le ho spiegato la "dinamica", almeno parziale della Visita Clinica. parla di ingresso dei batteri attraverso la gengiva. Questo significherebbe che ci sarebbe una tasca parodontale , altrimenti non vedo come potrebbero i batteri "attraversare la gengiva". Poi le è stato parlato di batteri che potrebbvero essere entrati nell'altro premolare attraverso l'apice o i canali collaterali. Giusto! Possibile! Allora però, con le prove termiche si sarebbe chiarito o si chiarirebbe se non fossero state fatte se ci fosse in essere una patologia pulpare come quelle descritte sopra. Col sondaggio parodontale sichiarirebbee la presenza o no di una tasca parodontale ed infine con una Rx che è stata fatta si avrebbe un riscontro radiologico del sospetto diagnostico clinico. Il fatto è che la Rx endorale la si deve sapere "leggere". Il dente non ha osteolisi periapicale! Lo spazio parodontale è aumentato o normale? La corticale ossea è frazionata o integra in tutta la sua estensione? E così via! Manca quindi la cosa più importante non solo in Odontoiatria ma anche in Medicina: la Diagnosi, eterna assente, poverina :( Cari Saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Gentile Sig. Veronica, mi sembra una spiegazione molto fantasiosa. Il dolore alla percussione è un sintomo di pulpite. Se ipotizza un nervo infiammato non può dire che il dente è sano, è infiammato. Poi il suggerimento di prendere un antibiotico appena sente male è scorretto. Sempre e ripeto sempre un antibiotico si assume dopo una visita specialistica. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Sig.ra Veronica questa è la sua versione occorrerebbe conoscere quella del collega per darle una corretta risposta.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Se c'è un problema sul dente vicino va trattato come se dovesse persistere sul premolare apicectomizzato, provi a sentire un altro parere. Cordiali saluti

Scritto da Centro medico Vesalio Padova
Padova (PD)
Venezia (VE)

Purtroppo manca una diagnosi molto logica, ma é comprensibile. Se valutato all'rx endorale, sondaggio parodontale, prove termiche, test di percussione che sia tutto ok, o quanto meno non si riesca a trovare nulla, si può comunque ipotizzare una nevralgia residua all'intervento (infezione - infiammazione residua, quindi il trattamento antibiotico aiuta). Ma sinceramente, solo chi la sta visitando può saperlo e quanto meno intuirlo.

Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)