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Approccio pedodontico umano in un bambino diabetico

Quando un dentista perde una occasione per tenere alta la professione

by Dott.ssa Maria Grazia Di Palermo 14-03-2013 6019 visualizzazioni
Quella che sto per riportare è una storia vera, accaduta qualche tempo fa. (Omissis dei nomi, per rispetto della privacy)

Viene all'osservazione una giovane mamma molto timorosa, con una occlusione in seconda classe e manufatti protesici adatti forse per un'altra bocca. Dopo un pò di parlare di questo caso, la signora decide di darsi forza e ricominciare con una cura nuova. Per farla breve, accetta tutto il programma parodontale, conservativo, estrattivo e protesico, che porta a risolvere un gummy smile -sorriso che espone una grande quota di gengiva superiore- in un sorriso armonioso e completo. Una gengivoplastica mirata risolve all'inizio molti problemi, allunga le corone cliniche, insomma, la signora appare nel tempo molto motivata. Non si parla più di paura o cose del genere, diventa molto puntuale agli appuntamenti e soprattutto scherza e ride anche con l'assistente.

Dopo qualche seduta compare il marito, e poi un giorno si presenta con un bambino, P., che a guardarlo pare un angelo. Occhi attenti e intelligenti di colore azzurro, capelli d'oro, davvero un bel bambino di 11 anni appena. Peccato che questo angelo sia diabetico dalla nascita. La madre mi dice che dovrebbe curarsi, ma che per il momento vuole rimandare, perché deve assolvere le spese che ha stipulato con lo Studio per la sua protesi. Quel bambino mi guarda, interpella la mia coscienza. E meno male che ascolto la mia coscienza. Lo faccio sedere -non si può differire una cura- si corre il rischio di trasformarla in estrazione- e mi rendo conto che quel bambino presenta sul pavimento della lingua denti decidui e permanenti insieme, disposti a gruppi di tre per lato. Tra questi c'erano elementi rotti, gengive masticate per la compressione, igiene orale assente e sangue dappertutto.

La coagulazione nei diabetici è sempre un pò scadente. Nel mascellare superiore la stessa situazione. Il tutto insieme a grossolane otturazioni in amalgama sui molari di latte, in un modo tale da chiedersi come possa stare in piedi un dente infarcito di amalgama, stipato senza riguardo, come se fosse -il dente- solo un contenitore. Devo dire che questo modo di fare "pedodonzia" vìola apertamente qualsiasi regola di conservativa, estetica e igiene, perché è dimostrato che la lega in amalgama rilascia ioni metallo in bocca ed è soggetta a fenomeni di ossido-riduzione. Infatti, quando le otturazioni in amalgama si presentano lucide, bisogna pensare che siano ridotte, altrimenti, se sono scure o anche verdi, sono chiaramente ossidate... lascio a chi legge i commenti.

Il bambino in questione era stato portato da un dentista il quale in modo sbrigativo aveva concluso che "i denti di latte sarebbero caduti da soli", e così aveva lasciato quel bambino diabetico senza poter mangiare e con qualche chilo di placca sui denti, che non poteva pulire perché doloranti e pieni di frammenti di gengive cresciute a caso. Neanche da sottolineare il fatto che i denti di latte "cadono da soli" solo se i permanenti sono in perfetta e sottostante posizione, altrimenti il dente permanente si sposta ed emerge a lato del dente di latte, che rimane in sito per anni, determinando malposizioni difficili poi da correggere.

Tra il vedere la cosa e realizzare quello che dovevo fare è trascorso ben poco tempo: la mamma continuava a dirmi che non poteva pagarmi, o l'avrebbe fatto dopo qualche mese. Io non ho ascoltato. Il bambino si è seduto e ho proceduto alla rimozione dei denti decidui in più sia nell'arcata inferiore che superiore, in modo che almeno da un lato il bambino potesse riprendere a masticare. Con una fresa a palla grande ho effettuato una accurata toilette del sito di estrazione, per facilitare la guarigione ed eliminare tessuti eccedenti. Quando si è alzato dalla poltrona, quel bambino mi guardava ancora, ma con occhi diversi. Forse si chiedeva cosa potevo avere in comune con il collega che aveva conosciuto.

Passa una settimana. La signora viene per il controllo. In sala di attesa trovo tutta la famiglia riunita. La signora mi dice che il figlio P. voleva ritornare fin dal giorno dopo. Lo faccio sedere di nuovo, non vedeva l'ora di aver fatto l'altro lato, era allegro, e mi guardava con deciso interesse. Mi rendo conto allora di una meraviglia: incisivi, premolari e molari in asse perfetto. In una settimana, erano emersi in maniera simmetrica i due premolari definitivi inferiore, mentre la gengiva intono al colletto era ancora molto rossa, ma perfetta come abbraccio intorno al dente. Ho premesso che questo bambino presentava un lungo sanguinamento e una coagulazione imperfetta. Però almeno aveva ripreso a mangiare. Quando poi ho finito tutto, e dopo aver dato le misure di igiene orale, ai genitori del piccolo P. ho detto questo: "Non mi dovete nulla. Se per un dentista il ragazzo ha sofferto, per un dentista riprende a stare bene, così pareggiamo i conti." Non sto a dire le loro reazioni. Ma a volte è necessario tenere presente che una persona va rispettata e se non può pagare va curata lo stesso, specie se è categoria a rischio e se è un bambino. Il rispetto per la persona lo esige e non si può venire meno.

Scritto da Dott.ssa Maria Grazia Di Palermo
Carini (PA)

TAG: diabete bambini