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INTERCETTAMENTO, DIAGNOSI E TERAPIA DELL'INCLUSIONE DEL CANINO SUPERIORE

Canino incluso

by Prof. Vincenzo Quinzi 17-03-2015 4628 visualizzazioni

L'inclusione dentaria é di frequente riscontro nella pratica clinica quotidiana e può interessare sia i denti da latte che quelli permanenti. Il canino superiore può essere considerato  il dente che più comunemente va incontro ad inclusione, cioè rimane oltre il limite fisiologico dentro le ossa mascellari, secondi solo ai terzi molari inferiori o comunemente detti del del giudizio.

Il mascellare superiore é interessato maggiormente rispetto alla mandibola ed il sesso femminile é più colpito rispetto al maschile  con una frequenza di circa il doppio e questo conferma una probabile origine genetica della patologia ed il coinvolgimento dei cromosomi sessuali.

I canini inclusi sono denti completamente formati che permangono nelle ossa mascellari, senza alcuna comunicazione con la cavità orale, oltre il 14° anno di età. A differenza dei terzi molari inclusi, che di solito vanno incontro ad estrazione, i canini richiedono un trattamento volto al recupero dell'elemento dentario, visto il loro importantissimo ruolo nell'arcata sia dal punto di vista estetico che funzionale: guidano la mandibola nei movimenti durante la masticazione; rappresentano gli elementi pilastro per l'ancoraggio di protesi fisse; esteticamente delineano la forma d'arcata e l'ampiezza del sorriso costituendo un sostegno per i tessuti labiali migliorando così anche l'estetica del volto.

Il canino mascellare arriva nel cavo orale all'età di circa 11-12 anni ed è quello che più frequentemente va incontro ad inclusione  perché  è l’elemento dentale che ha il percorso eruttivo più lungo ed a volte una semplice alterazione nello sviluppo della dentizione gli fa perdere la strada.

Il ritardo di eruzione o l'inclusione del canino può essere spiegata anche come una conseguenza dell'azione di fattori che possono agire da soli od in combinazione fra loro.

Uno dei fattori più importante che agisce come funzione di guida per l'eruzione del canino è senza ombra di dubbio la radice dell’incisivo laterale dello stesso lato. I sintomi di solito sono assenti,a volte possono essere latenti oppure possono esserci dei sintomi sistemici che però non sono mai riferibili ad un canino incluso. I segni possono essere diversi: persistenza dei canini da latte, la mobilità, i processi infiammatori localizzati.

La diagnosi viene effettuata sia su base clinica che radiografica. Dapprima clinicamente andando a valutare la presenza o meno della bozza vestibolare canina attraverso palpazione digitale, bozza che si rende palpabile a partire da circa 8 anni.

La mancanza di tale bozza insieme alla presenza di uno o più segni clinici descritti in precedenza può suggerirci la necessità di una indagine approfondita della posizione intraossea del canino attraverso un esame radiografico.

In Italia l'inclusione del canino superiore  é un problema che affligge circa il 2-3% della popolazione e questo vuol dire che circa 3 pazienti su 100 che giungono alla nostra osservazione presentano un canino superiore incluso. Pertanto lo scopo dell'ortodontista é quello di ridurre questa percentuale ossia di osservare i piccoli pazienti , monitorarli e seguirli nella crescita e nella permuta dei denti in modo da poter diagnosticare il problema precocemente e prevenire l'inclusione del canino e le sue complicanze.

Fare prevenzione della possibile inclusione e/o ritenzione del canino superiore e inferiore, rappresenta per l'ortodontista una grande opportunità terapeutica.

I canini non erotti possono portare a complicanze irreparabili come il riassorbimento delle radici dei denti permanenti adiacenti e/o lo sviluppo di lesioni cistiche. Per questo motivo grande attenzione dovrebbe essere data all'individuazione dei primi segni e/o sintomi di eruzione anomala o potenziali situazioni di riassorbimento radicolare.

Le misure preventive possono ridurre la gravità dell'inclusione e se possibile favorire l'eruzione spontanea del canino, evitando probabili effetti dannosi. Riuscire a prevedere ed a prevenire l'inclusione  del canino mascellare permanente é di estrema importanza in quanto riduce la complessità del  piano di trattamento, in termini di apparecchi utilizzati, tempi e costi della terapia.

Il messaggio finale è quello di portare all’osservazione dell’ortodontista i propri figli più precocemente possibile, allo scopo di individuare ed eventualmente correggere eventuali alterazioni del percorso eruttivo dei canini, al fine di prevenire l’inclusione degli stessi all’interno dei mascellari.

Dott. Prof. Vincenzo Quinzi

Dott.ssa Chiara Salvatorelli
Odontoiatra

Scritto da Prof. Vincenzo Quinzi
Fiamignano (RI)

TAG: canino incluso