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Laser a diodi in odontoiatria

Sono molti i campi in cui il laser a diodi trova applicazione in odontostomatologia.

by Dott. Massimo Tabasso 29-09-2013 4524 visualizzazioni
Il laser (acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) è un dispositivo in grado di emettere un fascio di luce coerente, monocromatica e concentrata in un raggio rettilineo estremamente collimato attraverso il processo di emissione stimolata. La sua luminosità (brillanza) è elevatissima a paragone di quella delle sorgenti luminose tradizionali.

Queste tre proprietà (coerenza, monocromaticità e alta brillanza) sono alla base del vasto ventaglio di applicazioni che i dispositivi laser hanno avuto e continuano ad avere nei campi più disparati.

Il laser viene utilizzato anche in ambito odontoiatrico. Oltre ai dispositivi ad anidride carbonica, l’Erbium Yag e l’Erbium cromo, il Neodimio Yag, l’ultimo laser prodotto e applicato in campo odontostomatologico è il laser a diodi, con lunghezza d’onda pari a 808-980nm, che può essere impiegato nella modalità sia continua sia pulsata.

La sua lunghezza d’onda non consente azioni ablative su smalto e dentina, mentre esercita la sua maggior efficacia sui tessuti molli orali. Ha la caratteristica di poter essere usato senza ricorrere all’anestesia locale; inoltre sterilizza il tessuto trattato, con il vantaggio di ridurre le terapie farmacologiche nel periodo postoperatorio. Infine, possedendo ottime capacità emostatiche, diventano assai rare le occasioni in cui si debbano applicare punti di sutura dopo l’intervento.

Sono molti i campi in cui il laser a diodi trova applicazione in campo odontostomatologico.

In parodontologia, la terapia con il laser è utile nella decontaminazione delle tasche: dopo aver proceduto ad una accurata pulizia delle lesioni, l'applicazione del laser ne migliora la decontaminazione e provoca una biostimolazione dei tessuti. Queste proprietà – di decontaminazione e biostimolazione - determinano un netto miglioramento della patologia e permettono di diminuire il numero dei casi in cui si deve poi procedere chirurgicamente.

Il laser risulta molto utile anche nelle ipertrofie e iperplasie gengivali e nell’asportazione muco-gengivale per ragioni estetiche, preprotesiche e ricostruttive. Nelle ipertrofie gengivali determinate da cause farmacologiche, genetiche e idiopatiche, infatti, l’utilizzo del laser a diodi permette interventi veloci, conservativi per i tessuti e meno traumatici rispetto alla chirurgia convenzionale.

Anche le perimplantiti trovano giovamento dall'applicazione del laser: diversi autori affermano che tale strumento rappresenta un dispositivo necessario nel caso in cui il clinico si trovi ad evidenziare difetti perinplantari.

Come molteplici studi evidenziano, il laser a diodi trova applicazione anche in endodonzia: la radiazione luminosa, infatti, permette una disinfezione accurata dei canali radicolari e determina una marcata diminuzione dei processi flogistici causati da ceppi patogeni. Grazie all’intrinseca capacità antinfiammatoria della radiazione luminosa, si possono effettuare ritrattamenti canalari in minor tempo.
Il laser a diodi inoltre permette una decontaminazione eccellente nella zona apicale del canale, dove gli irriganti tradizionali non riescono ad esplicare pienamente la loro azione.

Anche in endonzia chirurgica il laser può essere molto utile per le proprietà decontaminanti sulla superficie radicolare sezionata.

Il laser a diodi trova applicazione anche nell’incappucciamento diretto pulpare e nella desensibilizzazione dentinale.

Nel campo della chirurgia orale il laser si è rivelato insostituibile in quanto offre numerosi vantaggi: in particolare, si determina un minor danno tissutale, un’ottima coagulazione con un’eccellente visione del campo operatorio, un decorso post-operatorio con edema ridotto e guarigione predicibile. Nelle frenulectomie, ad esempio, tramite il laser si può effettuare l’intervento senza procedere poi a suture.

Larga applicazione anche in caso di fibromi, leucoplachie orali, emangiomi, herpes simplex, afte.

Il laser a diodi evidenzia anche un’importante effetto antinfiamatorio e antalgico. Le proprietà antalgiche sono collegate alla teoria di Melzack e Wall relativa all'aumento delle endorfine.

Il laser produce effetti sulla guarigione delle ferite grazie alla stimolazione e alla liberazione di citochine, alla proliferazione fibroblastica, di collagene ed elastina, e all'incremento della produzione di immunoglobuline.

Per ultimo ricordiamo l’utilizzo del laser in campo estetico: ad esempio, nello sbiancamento dentale il laser evidenzia una notevole capacità di indurre la catalizzazione dei processi chimici dello sbiancamento.

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

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