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Maggiori opzioni chirurgiche con impianti corti

L'utilizzo dell'implantologia è diventato sempre più una realtà concreta grazie alle ricerche del prof. P.I. Branemark e ai risultati clinici che questa metodica consente di ottenere in odontoiatria. La sempre maggior fiducia nell'uso degli impianti per risolvere le più svariate situazioni cliniche, hanno richiesto la messa a punto di tecniche sempre più fini per realizzare riabilitazioni implantologiche funzionali ed estetiche.

by Dott. Mario Botti 27-01-2010 6024 visualizzazioni

L’articolo è rivolto a presentare una metodica implantare con l’utilizzo di impianti corti.

 

Spesso ci troviamo in situazioni di ridotta quantità ossea sia in senso verticale che orizzontale, scarsa qualità in termini di densità ossea, ed allora si deve sottoporre il paziente ad una chirurgia sicuramente più invasiva per poter inserire impianti filettati con lunghezze adeguate.

 

L’impianto endopore è caratterizzato da una superficie porosa, il processo di sinterizzazione avviene sotto vuoto a 1250 °C

 

Caratteristiche della superficie:

 

  • porosità tridimensionale (media=100µm)
  • porosità 35 vol%
  • distribuzione uniforme
  • striature sottili (acidificazione termica)
  • colletti di sinterizzazione

 

Range disponibile

 

  • Esagono Esterno
    diametri: 3.5, 4.1, 5.0 mm
    lunghezze: 5,7,9,12 mm
  • Internal Connection
    diametri: 4.1 e 5.0 mm
    lunghezze: 5,7,9,12 mm
  • Esagono Interno
    diametri: 4.1 e 5.0 mm
    lunghezze: 7,9,12 mm

 

Già dai primi anni settanta in ortopedia protesi d’anca venivano realizzate con superficie porosa. L’impianto è stato sviluppato presso l’università di Toronto, nel 1983 dai Professori P.Watson, D. Deporter, R. Pillar. La maggior differenza fra questo design superficiale e quello degli altri impianti è che la rigenerazione interna ossea supporta forze di taglio e di trazione molto elevate. Vuole dire che le cellule della linea osteogenetica migrando all’interno di questa rete porosa trasformandosi poi in tessuto osseo maturo aumentano notevolmente l’area di contatto osso-impianto. L’area di contatto cioè l’interfaccia radici osso di un molare mandibolare è pari a 430mm quadrati, un impianto tipo Branemark di 10mm lunghezza 4mm diametro, la sua area di contatto osso impianto equivale a 206 mm quadrati, un impianto Endopore 7mm di lunghezza 4,1mm di diametro ne copre 527mm quadrati.

 

Tecnica chirurgica ENDOPORE

 

Primo invito del sito implantare con una fresa a pallina da 2.3 mm a 1800/ 2000 rpm. Utilizzare la fresa pilota fino alla profondità adeguata ad una velocità di 1000 `rpm con abbondante irrigazione con soluzione salina sterile interna ed esterna Il pin di parallelismo viene utilizzato per determinare l’allineamento corretto con I denti adiacenti, l’occlusione antagonista o altri impianti. Ampliare l’osteotomia con la fresa delle dimensioni appropriate ad una velocità di 1000 rpm con costante irrigazione. Utilizzo della sonda di prova dedicata: la spalla della porzione conica deve essere a livello o appena al di sotto dell’osso crestale. Rimuovere in modo asettico l’impianto dal packaging sterile e posizionarlo direttamente nel sito utilizzando il relativo mount di posizionamento. Inserire l’impianto all’interno del sito preparato applicando una pressione manuale e rimuovere il mount delicatamente inclinandolo. L’impianto viene definitivamente alloggiato nel sito con alcuni colpi fermi con il martelletto sull’apposita punta collocata come estremità del manico diritto o angolato fino al comodo inserimento dell’impianto nell’osso crestale. La porzione corolane liscia deve trovarsi completamente sommersa nell’osso. Con la sola pressione delle dita, utilizzando il cacciavite esagonale da 1,25 mm assicurarsi che la vite tappo sia fermamente fissata nell’impianto.

 

Caricamento dell’impianto
Il periodo di guarigione iniziale minimo dopo il posizionamento dell’impianto è di 10-14 settimane nel mandibolare anteriore e di 16-20 settimane nel mandibolare posteriore e nel mascellare. Il periodo di guarigione varia in funzione della qualità dell’osso. Successivamente al periodo iniziale di guarigione la vite tappo viene rimossa e il clinico può procedere con il protocollo protesico definitivo.

 

Conclusioni

 

Che si preferiscano impianti filettati o impianti a superficie porosa in sedi caratterizzate da larghezze e altezze d’osso di buona densità sostanziale è una questione aperta. In siti implantari compromessi, dove devono essere usati impianti corti, o in siti a bassa densità ossea, dove una rapida osteointegrazione è particolarmente desiderabile, l’impianto Endopore può avere un effetto più significativo.

Scritto da Dott. Mario Botti
Oggiono (LC)

TAG: impianti corti