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Bruxismo: sintomi, cause e terapia

Il bruxismo è l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti. Questa attività è presente soprattutto durante il sonno, anche inconsapevolmente e nei periodi di maggiore stress o tensione. Può causare una notevole usura dentale, mobilità dei denti, affaticamento della muscolatura masticatoria, cefalea al risveglio, e rumori e dolore alle articolazioni temporomandibolari. Il bruxismo notturno si può gestire con l'uso di un bite, mentre quello diurno deve essere controllato consciamente.

by Dott. Marcello Melis 10-02-2010 13333 visualizzazioni
Bite superiore

Il bruxismo è l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti. Questa attività è presente soprattutto durante il sonno, anche inconsapevolmente e nei periodi di maggiore stress o tensione. In alcuni casi può essere presente anche durante il giorno rendendo il suo trattamento più difficile.

 

È un’attività "parafunzionale" proprio perché non rientra nella "funzione" propria della bocca, come altre abitudini che fanno parte della vita di tutti i giorni: masticare gomme americane, mangiarsi le unghie, morsicarsi le labbra, morsicare penne o matite. La maggior parte delle persone non sono neanche consapevoli di queste abitudini, eppure possono causare danni notevoli a varie strutture dell’organismo.

 

Le strutture coinvolte sono: i denti, il tessuto di supporto dei denti (l’osso dei mascellari e le gengive), i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari.

 

Digrignare i denti, cioè farli strisciare o sfregare gli uni contro gli altri, comporta una notevole usura dei denti, che col tempo si consumano. Se invece prevale il serramento dentale, cioè l’atto di stringere forte i denti tra loro, l’usura è minore, però si formano delle piccole filature dello smalto dei denti, cioè delle spaccature dovute alla pressione. Si possono anche verificare delle fratture dei denti e delle protesi, oppure la perdita frequente di otturazioni o di capsule o ponti che si decementano.

 

La sollecitazione che i movimenti del bruxismo procura sui denti, si trasmette alle loro strutture di supporto, cioè l’osso dei mascellari (dove i denti sono "alloggiati"), e le gengive. A lungo andare queste strutture possono cedere e i denti diventano più mobili.

 

Il bruxismo crea soprattutto un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria non concedendole tempo per rilassarsi. Infatti, i muscoli della masticazione dovrebbero essere attivi per circa 1, 2 ore al giorno per masticare i cibi durante i pasti, oltre ad una minima attività durante il resto del giorno per parlare e deglutire. Per il resto dovrebbero aver modo di riposare. Se invece una persona soffre di bruxismo, i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte, quando dovrebbero riposare, e, come qualsiasi altro muscolo del corpo, si affaticano e diventano dolenti. Questo affaticamento si può estendere anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a forme di mal di testa soprattutto al risveglio.

 

Le forze che si sviluppano negli episodi di bruxismo si scaricano anche sulle articolazioni temporomandibolari, che si possono infiammare e diventare dolenti. Oppure possono andare incontro a dislocazioni del disco articolare con conseguenti disfunzioni come schiocchi articolari nei movimenti di apertura e chiusura della bocca, deviazioni o limitazione dell’apertura della bocca. Questo rischio è superiore qualora sia presente una malocclusione dentale, che può anch’essa sollecitare in modo eccessivo sia le articolazioni temporomandibolari, sia i muscoli della masticazione.

 

La causa del bruxismo non è nota, per quanto ci siano alcune teorie sulla sua origine.

 

Una prima teoria (anche se gli studi più recenti tendono a non supportarla) ipotizza che interferenze nell’occlusione dentale possano scatenare questa attività come in un tentativo dell’organismo di eliminare queste interferenze consumandole digrignando i denti. Infatti, un tempo si suggerivano terapie volte ad eliminare queste interferenze, come il trattamento ortodontico, oppure un molaggio selettivo (cioè "limare" i denti per consentire un contatto più uniforme), ma si è visto che queste soluzioni non portano a risultati soddisfacenti.

 

Alcuni studi suggeriscono che il bruxismo sia legato allo stress, e in alcune persone questo sembra essere vero perché loro stessi notano questa associazione. Ovviamente in questi casi è utile utilizzare tecniche di rilassamento, come lo yoga, la meditazione e il training autogeno, ma anche una passeggiata rilassante all’aria aperta o dedicarsi al proprio hobby preferito, per contrastare lo stress e ridurre di conseguenza il bruxismo.

 

Ci sono poi alcune malattie neurologiche che provocano la comparsa di movimenti involontari e aumentano anche l’attività dei muscoli della masticazione e quindi il bruxismo. Ovviamente in questi casi l’intervento del neurologo è indispensabile.

 

Come ultima ipotesi si deve considerare che alcuni farmaci possono dare effetti collaterali che coinvolgono l’attività muscolare provocando bruxismo, tra questi ci sono alcuni neurolettici e antidepressivi. Qualora questo succeda, si può parlare con il medico che li ha prescritti per valutare se sia possibile sostituire il farmaco con un altro, oppure modificarne il dosaggio.

 

Indipendentemente dalla causa del bruxismo ci sono dei sistemi che permettono di controllarlo e di evitare, o perlomeno ridurre, i danni che può causare alle varie strutture della bocca.

 

Ovviamente non è possibile controllare consciamente il bruxismo notturno, perché si verifica mentre dormiamo. Però è possibile utilizzare un bite, cioè un dispositivo rimovibile in resina trasparente (alcuni utilizzano altri nomi: placca, placca di svincolo, ortottico, ecc.), che si inserisce sui denti, solitamente superiori, e permette di ridurre gli effetti del bruxismo (vedi figure). Innanzitutto evita l’usura dentale e i danni ai denti, perché impedisce che i denti vengano in contatto, permettendo solo il contatto tra i denti e il bite di resina. Il bite è meno duro dei denti, quindi con il tempo si consumerà, ma i denti non si consumeranno. Allo stesso modo riduce la sollecitazione dei tessuti di sostegno dei denti.
Con il bite si può anche modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli, e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari. Distribuendo i contatti dei denti con il bite si può anche ridurre la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare i denti, riducendo di conseguenza i danni che queste attività possono causare alle strutture della bocca, e favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori.

 

Se il bruxismo è presente anche durante il giorno è importante imparare a controllarlo. Infatti non si può pensare di utilizzare un bite anche durante il giorno, se non per un periodo di tempo limitato. Se la tendenza a stringere, serrare e digrignare i denti si presenta solo in alcuni momenti ben precisi (ad esempio durante un lavoro stressante o durante la guida), è indispensabile riuscire a identificare questi momenti in modo da prestare particolare attenzione ed evitare il bruxismo. Se invece tale tendenza si presenta in modo imprevedibile durante la giornata, si può usare uno stratagemma per cercare di ricordarsi di ridurla il più possibile. Si possono usare degli adesivi o dei post-it attaccandoli nei posti che si frequentano comunemente, ad esempio sul computer, sullo specchio del bagno, sul volante della macchina, ecc., in modo che vedendoli ci si ricordi di evitare di stringere, serrare o digrignare i denti, mantenendo una posizione di riposo: labbra chiuse e denti separati.

Scritto da Dott. Marcello Melis
Cagliari (CA)

TAG: bruxismo digrignamento denti